Una vita nell'Arma dei carabinieri: diventa colonnello e va in pensione Pietro Dimiccoli

Pietro Dimiccoli con i gradi di colonnello
di Giovanni Del Giaccio
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Venerdì 3 Aprile 2020, 13:30

Ha aggiunto la terza stella, diventando colonnello e coronando una carriera nell'Arma dei carabinieri iniziata 42 anni fa, con uno "sgarbo" in famiglia. Il papà, infatti, voleva che seguisse le sue orme nella Guardia di Finanza. Adesso Pietro Dimiccoli, 60 anni compiuti ieri - 2 aprile - va in pensione.  Da semplice carabiniere a ufficiale, con una serie di esperienze sul campo in mezza Italia e la conclusione della sua attività a Latina, vice comandante provinciale e addetto - com'è da una vita - ai rapporti con la stampa. 

Proprio la sua attività a contatto con i media (è anche giornalista pubblicista) ha sempre facilitato il lavoro di chi si è trovato alle prese con i principali fatti di cronaca, da ultimo nella provincia pontina ma prima a Roma e nelle altre realtà nelle quali Dimiccoli ha lavorato, seguendo casi di ogni genere, tra i quali la fuga del "Lupo" Liboni, nella Capitale, prima ancora la storia del delitto della contessa Della Torre, sempre a Roma, le vicende più recenti a Latina - dal militare che ha ucciso le figlie e poi si è suicidiato, all'omicidio-suicidio con tre vittime a Formia - mettendo sempre i cronisti in grado di lavorare nel modo migliore.

Non a caso l'Associazione stampa romana a ottobre del 2017 gli ha consegnato un riconoscimento come «esempio di correttezza nei rapporti con gli organi di informazione».



Toccante la lettera di commiato del comandante provinciale Gabriele Vitagliano (nella foto sopra a destra, con Dimiccoli e il segretario di Stampa Romana Lazzaro Pappagallo) che scrive: «E' giunto al traguardo del grado di colonnello, lui partito da semplice carabiniere, chiudendo la sua carriera nel silenzio di una situazione nuova, imprevista e spersonalizzante: l’emergenza epidemiologica, che mette a dura prova proprio quei rapporti umani su cui egli tanto ha investito, nella vita personale come in quella professionale. ma i carabinieri devono “esserci”, anche in questo difficile momento. Talvolta l’Arma dei carabinieri solleva un attimo lo sguardo dalla routine del lavoro quotidiano, e scopre di essere una famiglia: è con questi sentimenti che ringrazia e saluta il colonnello dimiccoli, protagonista silenzioso "della fedeltà immobile e dell’abnegazione silenziosa", come cantava D’annunzio cent’anni fa».

Rapporti con la stampa e con tutte le autorità, ma in particolare grande attenzione per i cittadini, ai quali il colonnello - che lascerà il servizio il 18 aprile - ha praticamente dedicato la vita.  


 

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