Gli abusi del prof pedofilo, il caso arriva in tribunale: 5 vittime minorenni

Alessandro Frateschi in aula a febbraio: la Procura di Latina sostiene accuse pesantissime. Garante dell'Infanzia parte civile

Gli abusi del prof pedofilo, il caso arriva in tribunale: 5 vittime minorenni
di Marco Cusumano
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Sabato 18 Novembre 2023, 11:06

Arriva in tribunale il caso dell'ex insegnante di religione arrestato per abusi sessuali su minorenni. Alessandro Frateschi, 50 anni di Terracina, comparirà davanti al giudice Mario La Rosa nell'udienza preliminare fissata per il primo febbraio del prossimo anno. Il procedimento riguarda i primi 5 casi di abusi sessuali emersi dal gennaio 2023 quando, grazie alle denunce presentate dalle famiglie di alcuni alunni del liceo scientifico Majorana di Latina, iniziarono le indagini a carico dell'insegnante e diacono, poi allontanato dalla Diocesi di Latina dove svolgeva anche un lavoro part time nel settore amministrativo.

L'inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Carlo Lasperanza che ha lavorato per mesi, con il supporto dei carabinieri di Latina, per rompere un inquietante muro di silenzi che ha avvolto sin dall'inizio la vicenda.

Ora Frateschi è atteso in aula per rispondere delle accuse di violenza sessuale aggravata nei confronti di minori di 18 anni. Inizialmente l'indagine riguardava una serie di approcci soprattutto attraverso i social network ma con il passare delle settimane sono emerse altre testimonianze che hanno tracciato un quadro di accuse più pesanti, con sviluppi che sono andati ben oltre il mondo virtuale, concretizzandosi in atti sessuali di vario tipo, anche tra le mura scolastiche.

LE VITTIME

I cinque ragazzi al momento individuati come vittime sono tutti minorenni, tranne uno che nel frattempo ha raggiunto la maggiore età. Oltre agli alunni del liceo Majorana c'è anche un ragazzo che, all'epoca dei fatti, era in affidamento alla famiglia dell'insegnante di religione. Secondo l'accusa la violenza, in questo caso, avvenne alla vigilia del Natale 2021 quando il prof, approfittando di un momento in cui si trovava da solo in stanza con il ragazzino, approfittò di lui «contro la sua volontà», come si legge nelle carte dell'accusa nelle quali si sottolinea anche il «vincolo di linea collaterale» essendo il giovane in affidamento. Il quadro descritto dagli investigatori è drammatico. Secondo la ricostruzione della Procura di Latina, Alessandro Frateschi adescò uno studente del Majorana tra il febbraio 2022 e il gennaio 2023 attraverso una serie di messaggi inviati dai social network «inducendolo a inviare proprie fotografie nudo e intrattenendo conversazioni a sfondo sessuale, invitandolo a incontri al di fuori della scuola ai quali doveva presentarsi da solo, cingendolo ai fianchi e alle gambe contro la sua volontà» per poi costringerlo a consumare un rapporto sessuale.

Più o meno in quello stesso periodo, tra il dicembre 2022 e il gennaio 2023, sarebbero avvenuti nuovi episodi ai danni di altri due alunni, sempre del Majorana, anche in questo caso con modalità simili: prima il contatto virtuale attraverso messaggi sui social e poi l'abuso fisico, addirittura «durante le lezioni scolastiche» come scrivono i magistrati nel capo d'imputazione. Dunque la tecnica di conquistare la fiducia con messaggi dal tono amichevole aveva, secondo gli investigatori, l'unica finalità di potersi avvicinare sempre di più alla vittima per poi abusarne nel momento più favorevole.

Ma gli abusi non si limitavano all'ambiente scolastico. C'è ancora un altro giovane finito nella trappola di Frateschi. Si tratta del figlio di amici di famiglia che avevano un rapporto strettissimo con l'indagato, e dunque un legame basato sulla fiducia. Secondo la ricostruzione della Procura il ragazzo all'epoca 13enne, nel giugno 2018 fu costretto a subire un atto sessuale reciproco. L'uomo approfittò in quella occasione proprio del profondo rapporto di fiducia che aveva con i genitori, ma anche con il minore che conosceva da sempre. Il ragazzo, oggi più grande e consapevole, non aveva mai trovato il coraggio di raccontare gli abusi ma, dopo aver letto sui giornali dell'arresto, ha trovato la forza di parlare e raccontare la sua terribile esperienza di qualche anno fa. Per questo motivo gli investigatori hanno notificato il secondo arresto a Frateschi e ora i due procedimenti sono stati unificati per agevolare il percorso giudiziario che inizierà il primo febbraio.

SPARITI I PROFILI SOCIAL

Dopo l'arresto l'ex prof di religione è stato sottoposto ai domiciliari, non nella casa dove viveva con la famiglia e i suoi figli, ma nell'abitazione di una parente a Terracina dove si trova ancora oggi in attesa del processo. Sui social sono spariti i suoi profili, quelli che secondo l'accusa utilizzava anche per adescare i ragazzini. Gli investigatori hanno sequestrato centinaia di file contenuti in hard disk, smartphone e altri apparecchi. Il tutto è sottoposto a un'attenta analisi e non è escluso che la Procura di Roma, competente per i reati legati alla produzione e alla diffusione di materiale pedopornografico, possa svolgere ulteriori indagini per individuare eventuali legami con altri pedofili o addirittura l'esistenza di una rete nella quale venivano scambiati video e immagini a contenuto sessuale.

LA GARANTE DELL'INFANZIA

Nel processo a carico di Alessandro Frateschi, la Garante dell'Infanzia e dell'adolescenza Monica Sansoni, chiederà di costituirsi come parte civile così come già avvenuto pochi giorni fa nel processo a Tivoli a carico di Mirko Campoli, anche lui ex insegnante di religione accusato degli stessi reati. In questo caso il tribunale ha accolto la richiesta di Sansoni, rappresentata dall'avvocato Pasquale Lattari, in considerazione del ruolo attivo che la Garante svolge a tutela delle vittime di violenze.

Nel caso di Latina è stata proprio la Sansoni a raccogliere per prima le testimonianze dei ragazzi del liceo Majorana, consentendo di avviare le indagini affidate ai carabinieri che hanno scoperto un giro di abusi molto più ampio rispetto a quanto ipotizzato inizialmente. Gli adolescenti, nonostante l'ambiente scolastico che tendeva a sminuire alcune voci che cominciavano a filtrare, hanno trovato un adeguato supporto anche grazie al Centro Antiviolenza di Latina riuscendo così a denunciare quanto accaduto. 

IL VESCOVO: "DENUNCIATE"

Anche il vescovo di Latina, Mariano Crociata, affrontando il caso del prof arrestato, ha chiesto pubblicamente a tutti di denunciare eventuali altri episodi, di qualsiasi genere: «Con fiducia la Diocesi pontina attende la conclusione delle indagini preliminari, ad oggi coperte dal segreto istruttorio, per avere una maggiore contezza dei fatti contestati al docente arrestato. In ogni caso, la Diocesi di Latina è sempre pronta a esaminare nuove situazioni, qualora malauguratamente se ne presentassero, e ad adottare immediatamente e con risolutezza i provvedimenti conseguenti».

Ora la parola passerà ai giudici.

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