«Il turismo unica soluzione per la pace nel mondo»: l'intervento di Alessandra Priante al Forum nazionale del Turismo sostenibile

Il commento del direttore per l'Europa dell'UNWTO in occasione del'evento organizzato da European House Ambrosetti

«Il turismo unica soluzione per la pace nel mondo»: l'intervento di Alessandra Priante al primo Forum nazionale del Turismo sostenibile
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Lunedì 13 Novembre 2023, 13:53

«L'Italia e l'Europa se ne facciano portavoce e Roma sia il quartier generale di questo cambio di approccio a livello mondiale». Dal Forum nazionale del Turismo sostenibile dei Siti Patrimonio dell’Umanità organizzato da European House Ambrosetti, Alessandra Priante, Direttore per l'Europa dell'UNWTO, l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di turismo a livello globale, chiede con forza un cambio di paradigma per portare la pace nel mondo: «L’Italia, che ha dimostrato una forza e una determinazione per sistemare molti dei nodi irrisolti del turismo che non ha eguali in tutta Europa, può e deve essere - afferma la Priante - il luogo ideale per riflessioni e iniziative importanti a livello mondiale. Non sarà facile ma è l'unico modo per eliminare quel seme che si chiama rancore, come ama dire Papa Francesco. La guerra, grazie al potere taumaturgico del turismo ed alla leadership dei giovani, avrà diritto di cittadinanza solo nei libri di storia».

L'intervento

Al Forum che si è svolto a Castelbrando, in provincia di Treviso, la Priante ha lanciato un messaggio importante, dopo aver ricordato a tutti alcuni dati mondiali essenziali e sottolineato i tre ingredienti per l’eccellenza nel turismo.

Nel corso del dibattito, al quale ha partecipato in apertura anche il ministro Santanchè, ci si è soffermati sul potere immenso che ha la cultura come strumento di dialogo: «Conoscere l'altro - sottolinea la Priante - rispettare la sua cultura è la chiave di volta per raggiungere risultati importanti e indelebili, specie se questa conoscenza si trasmette -e bene- a partire dalle giovani generazioni. Guardarsi negli occhi è lo strumento più potente per riprendere il filo della diplomazia e per portare pace lì dove pace non c'è».

Alessandra Priante è il Direttore per l'Europa dell'UNWTO, l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di turismo a livello globale, ed è stata l'anima del primo Global Youth Tourism Summit che, nel 2022, a Sorrento ha riunito 130 ragazzi provenienti da 60 Paesi del mondo per discutere di futuro: «È stata un'esperienza straordinaria - ricorda la Priante - grazie anche ad un’Italia generosa e protagonista che ha rafforzato in me l'idea di come il turismo sia uno straordinario mezzo di dialogo, quasi senza paragoni. Certo, non basta nell'immediato ma serve per insegnare ai giovani che l'altro non è per forza un nemico da combattere e che le ragioni dell'odio possono essere superate solo con l'uso delle parole e con una reale condivisione dei problemi. Fu, vorrei ricordarlo, un evento che si svolse con la guerra in Ucraina in corso e, nonostante questo i ministri del Turismo, provenienti da ogni angolo della terra, non si vollero sottrarre al confronto».

Il turismo dunque come fattore di pace che ha radici storiche. A partire dai Greci che visitavano l'oracolo di Delfi, lo scandire del tempo ha sempre fatto affidamento a questa forma di diplomazia tanto silenziosa quanto efficace: «Il potere della conoscenza è straordinario -continua la Priante- e si dipana in mille aspetti. Penso ovviamente alle tradizioni dei diversi popoli ma anche alla loro cucina, essendo la tavola eccellente catalizzatore. Non serve parlare, non occorre sapere la lingua altrui. Il gusto, gli occhi, i gesti e, perché no, i sorrisi sono il modo migliore per seminare nelle nuove generazioni quel germoglio che è il migliore antibiotico contro l'odio di qualunque genere esso sia. Per questo, ritengo che il miglior investimento che si possa fare è quello nel turismo, non solo per le infrastrutture, ma soprattutto per le persone. Il turismo, l’industria economica più umana che esiste, ci permette di raggiungere obiettivi e superare barriere che al momento sembrano insormontabili. E chissà che, con il Giubileo alle porte, non si possa immaginare un nuovo momento di incontro tra i giovani del mondo proprio sui temi del turismo, un nuovo summit che metta insieme russi e ucraini, palestinesi e israeliani. Un summit che possa richiamare quanti più Paesi possibili e che abbia nei giovani la sua linfa vitale».

«Sarebbe - riflette la Priante - un investimento che oggi sembra fantascientifico ma che domani potrebbe riservare sorprese importanti. Anzi, mi sento di levare il condizionale. Un incontro di questo tipo, con tutte le sue difficoltà, è l'unica vera arma preventiva per avere, come ama dire Papa Francesco, un mondo più sereno dove la parola rancore venga archiviata come retaggio del passato. I giovani di tutto il mondo, del resto, parlano già una lingua diversa, avendo a cuore temi decisivi per la sostenibilità che nel turismo è elemento essenziale. Una recente ricerca - dice ancora la Priante - ha rilevato che l'84% degli adolescenti intervistati pensa che non siano state prese adeguate contromisure ai cambiamenti climatici e la pandemia, stando sempre ai dati, ha rafforzato questa chiara ed evidente sensazione. Otto ragazzi su dieci, soprattutto le donne, credono che sia ormai necessario cambiare il proprio stile di vita. Cosa fare? Ridurre il consumo di carne e di plastica, non sprecare e partecipare attivamente alla vita comunitaria e politica».

Ma non solo: «La ricerca - conclude la Priante - evidenzia una cosa bellissima, evidenzia che i nostri giovani stanno cambiando il modo di fare turismo, puntando su viaggi sostenibili. Più di un terzo degli intervistati sta già acquistando pacchetti di questo tipo, al di là dei costi. Una sensibilità che, ne sono certa, aumenterà nei prossimi anni perché i nostri giovani sono più attenti di noi alle opzioni di mobilità a emissioni zero, agli alloggi a basso impatto ambientale e soprattutto al cibo biologico. Questa è la porta per un mondo migliore. Sotto tutti i punti di vista. Dove si possa vivere meglio e dove le guerre non abbiano più diritto di cittadinanza».

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