Taxi, ecco il piano per risolvere i disservizi: doppia guida e più turni. Ma aderisce solo uno su 10

A Milano l’iniziativa non ha dato frutti. A Roma attese solo mille vetture in più

Taxi, ecco il piano per risolvere i disservizi: doppia guida e più turni. Ma aderisce solo 1 su 10
di Umberto Mancini
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Lunedì 26 Giugno 2023, 00:21

Cresce l’emergenza taxi. Lunghi tempi di attesa e, nei casi peggiori e sempre più frequenti, mezzi introvabili. L’aumento vertiginoso del turismo rende ancora più evidente la scarsità delle auto bianche nelle principali città. Da Roma a Milano, passando per Firenze e Napoli, manca almeno un 20% delle vetture necessarie a far fronte al boom. Le soluzioni? A Milano la possibilità del doppio guidatore (con la vettura praticamente in servizio 24 ore su 24) per ora non ha avuto gli effetti sperati. Solo un tassista su dieci ha aderito. A Roma la sfida partirà sostanzialmente oggi con il decollo della piattaforma telematica che consente ai titolari della licenza di far guidare il taxi ad un altro conducente, ovviamente con gli stessi requisiti del proprietario della vettura bianca. Difficile fare previsioni, ma per Alessandro Genovese, responsabile nazionale di Ugl Taxi, questa possibilità consentirà di avere sulle strade della Capitale non più di mille auto in più. 

I PALETTI
«La scelta del Campidoglio - spiega Genovese al Messaggero - va nella giusta direzione ma è una goccia nel mare, anche perché bisogna affrontare il tema delle tariffe, bloccate da troppi anni».

Sulla stessa linea le altre organizzazioni di categoria, come Uritaxi guidata da Ivo Speziali, che però puntano il dito sull’incremento record del flusso turistico a cui nessuno era preparato. Loreno Bittarelli, presidente Unione Radio Taxi d’Italia e del 3570, allarga ancora il discorso: «La doppia guida darà sicuramente un beneficio ma non risolverà il problema fino a quando, almeno nella Capitale, non ci saranno infrastrutture adeguate, nuove strade e una metropolitana efficiente, insomma fino a quando non si deciderà di puntare sui mezzi pubblici in maniera organica». 

Del resto, fanno capire i sindacati, se il traffico fosse meno congestionato e la viabilità fluida, non sarebbe un tabù affrontare la questione delle licenze. Anzi. Nessuno sopporta più le code snervanti alle stazioni e nelle piazze principali, con i centralini dei radiotaxi che non rispondono e i posteggi inesorabilmente vuoti. Al ministero dei Trasporti conoscono il problema, ma spiegano che il nodo va sciolto dai Comuni che hanno pieni poteri sul comparto. Insomma, il governo non può fare nulla dal punto di vista pratico, se non una generica moral suasion. Alle porte non c’è solo il Giubileo del 2025 ma anche le Olimpiadi invernali di Cortina-Milano e il crescente appeal del nostro Paese, preso d’assalto dal turismo in questa torrida estate.

LA VIA STRETTA
Le opzioni sul tappeto sono poche e, soprattutto, rischiano di non sciogliere il nodo. I Comuni, è noto, non sbloccano le licenze e la “doppia guida”, quella che consente al taxi di lavorare a tempo pieno, è per il momento un percorso tutto da verificare. A Milano, dove le licenze sono circa 4.900, proprio come nel 2006, nonostante la “doppia guida” sia stata sperimentata, i problemi e le file sono gli stessi della Capitale. 
Le associazioni dei consumatori propongono ai Comuni di aumentare le “licenze stagionali”, aprendo il mercato in maniera graduale. Anche in questo caso però bisogna fare i conti con le istanze delle associazioni delle auto bianche che, dopo il boom dei mesi estivi, temono la “gelata” invernale. 

A Roma - secondo gli ultimi dati del Codacons - servirebbe un migliaio di taxi in più rispetto a quelli attualmente in circolazione, a Milano altri 650 e nelle principali città con una forte vocazione turistica il servizio andrebbe incrementato di almeno il 20-25 per cento. Paghiamo - aggiunge il Codacons - 20 anni di immobilismo e l’incapacità degli amministratori comunali nel gestire il servizio pubblico. Del resto, come ricorda Furio Truzzi, presidente Assoutenti, in alcune città il rilascio di nuove licenze è fermo da decenni. Anche Napoli e Firenze dove trovare un taxi nelle ore di punta e la sera è quasi impossibile, la situazione si sta aggravando. Proprio a Firenze, in occasione delle sfilate di Pitti Uomo, è stata introdotta con una delibera comunale il “turno libero” per evitare il caos. 

LA SCELTA
Le organizzazioni di categoria, non è un mistero, credono che la flessibilità, nelle sue varie articolazioni, sia la scelta più ragionevole. Con turni integrativi in aggiunta a quelli ordinari e l’offerta di licenze stagionali non cedibili per avere sul vie delle città più auto di fronte alla richiesta turistica, fiere ed eventi. 
Anche dalla Conferenza Stato-Regioni potrebbe arrivare un indirizzo univoco per sbloccare l’impasse, ma qui la burocrazia è prigioniera di se stessa. C’è poi l’abusivismo, male storico che affligge il settore. «Abbiamo bisogno del Registro elettronico nazionale per mappare chi ha la titolarità ad operare - spiega Emanuele Raffini, presidente di Confartigianato taxi.
 

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