Suviana, Bernabei (Enel Green Power): «Non c'è stata nessuna catena di subappalti, arruolati gli specialisti»

«Costituirci parte civile? Lo valuteremo Ora pensiamo alle vittime e alle famiglie»

Suviana, Bernabei (Enel Green Power): «Non c'è stata nessuna catena di subappalti, arruolati gli specialisti»
di Claudia Guasco
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Venerdì 12 Aprile 2024, 00:54 - Ultimo aggiornamento: 08:23

«Sono arrivato alla centrale di Bargi nella serata di martedì. Cosa ho visto? Un luogo di grande dolore. La complessità della situazione era evidente, c’erano molti dispersi. Ci siamo messi subito al lavoro, con i vigili del fuoco e la protezione civile. E non ci siamo più fermati».

Salvatore Bernabei, amministratore delegato di Enel Green Power, è con gli uomini che hanno combattuto contro il tempo per salvare vite. Quelle dei lavoratori che sono rimasti intrappolati nel sottosuolo e quelle dei soccorritori che hanno fatto di tutto per tentare di salvarli. «La prima notte è servita per capire quale fosse il piano d’azione più efficace. Si sono verificati un’esplosione, un incendio, un crollo e un allagamento - racconta - Non sapevamo se ci si potesse calare, erano tante le variabili per eliminare le possibili fonti di rischio. Abbiamo organizzato le operazioni per consentire ai sommozzatori di immergersi. Poi l’acqua è salita e si è aggiunto l’olio a ridurre la visibilità. Era tutto in continua evoluzione, c’è voluta grande attenzione per non mettere in pericolo altre persone».

L’impianto del bacino di Suviana è un vostro patrimonio. Cosa può non avere funzionato?
«Sulle cause ci sarà un approfondimento, adesso la priorità sono le ricerche e l’assistenza ai familiari delle vittime.

Con l’impianto danneggiato non si possono fare verifiche, a tempo opportuno verranno effettuati tutti gli accertamenti necessari».

Quando è avvenuto l’incidente la centrale era chiusa per lavori. Sono emersi problemi o criticità particolari?
«Primo punto: non stavamo attuando lavori di carattere straordinario. A settembre 2022 sono iniziati i lavori per un aggiornamento tecnologico, di efficientamento. Sono interventi che vengono talora effettuati nell’arco della vita utile di un impianto e non sono dettati da emergenze in tema di sicurezza. Tant’è che questo lavoro, nello specifico, è stato pianificato all’inizio del 2022 e affidato a main contractor. Si tratta di aziende leader, eccellenze del settore. Non c’erano operai che scendevano nei piani interrati per riparare guasti, come magari qualcuno si immagina, bensì personale altamente specializzato, ad esempio in revisione di componenti, automazione e aggiornamento software. Soprattutto, ribadisco, non erano lavori di emergenza ma di aggiornamento tecnologico. Mi preme anche aggiungere che sul tema della sicurezza un rappresentante sindacale Uil nel 2022, in un verbale al termine di una riunione con l’azienda, si dichiarava soddisfatto del livello di attenzione sulle tematiche relative alla sicurezza ed igiene del lavoro dell’area territoriale Enel Green Power che gestisce le centrali di tre regioni, tra cui questa».

Le operazioni erano affidate a società appaltatrici o in subappalto?
«Enel non ha subappaltato niente. È committente, per questi lavori ha contrattualizzato aziende di prestigio e di primaria affidabilità come Abb, Siemens Energy e Voith proprio perché si tratta di attività specialistiche. È una loro decisione se avvalersi solo di personale proprio, oppure avvalersi di ulteriori competenze all’esterno. Questo è un settore nel quale è anche complicato reperire esperti, perciò a volte anche questi grandi player devono rivolgersi a specialisti esterni. In particolare Siemens a due aziende di spicco per l’automazione e il software, Voith a un’altra azienda, mentre ABB non si è avvalsa di persone esterne. Non c'è alcuna catena di subappalti, così come si vuol far credere da taluni in modo strumentale».

Enel Green Power si costituirà parte civile?
«È prematuro fare valutazioni. Certo abbiamo patito un danno enorme, innanzitutto in termini di vite umane perse e poi in conseguenze materiali, la struttura è colpita da un danno catastrofico. Dovrà essere in parte ricostruita e ci vorrà molto tempo, prima dovremo procedere alle opportune verifiche».

Questa è una ferita per tutta la comunità.
«Il legame con il territorio è molto stretto, genuino, c’è una spinta corale nel recupero dei dispersi e stare accanto ai loro cari. Io stesso conosco molte persone, qui c’è un clima di unione, un sistema Italia che funziona e reagisce. In questi giorni ho parlato con le famiglie delle vittime e dei dispersi, abbiamo dato loro notizie sui loro cari cercando le giuste parole di conforto. Abbiamo attivato un supporto psicologico negli ospedali e qui davanti all’impianto. La componente umana è la parte più difficile, ma anche la più importante di questa situazione».

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