PADOVA Il botto dell'auto che si schianta contro la "Gazzella", le grida strazianti di dolore, poi quattro spari e il sangue che macchia di rosso l'asfalto. Sono stati momenti di terrore quelli vissuti ieri, intorno alle 14, nel quartiere Sacra Famiglia di Padova. Un carabiniere di 37 anni è stato investito e schiacciato contro l'auto di servizio dal furgone guidato da Collaku Haxhi, 55enne di origini albanesi che si era presentato sotto casa dell'ex compagna, una connazionale 50enne, armato di coltello. Lo straniero, dopo aver travolto il militare, uscito dal suo furgone, lo ha minacciato con la lama, scagliandosi contro di lui. È a quel punto che il collega, dopo avergli intimato di abbassare l'arma, non ha potuto fare altro che sparargli per bloccarlo: 4 colpi che lo hanno raggiunto a gambe e addome. L'albanese è spirato poco dopo le 17 in ospedale. A chiamare il 112 era stata proprio la sua ex compagna, in casa con la figlia 23enne, che si è vista piombare sotto casa l'uomo che aveva il divieto di avvicinamento all'abitazione della donna per pregresse vicende di maltrattamenti in famiglia.
LA SCENA Sono le 14 e nel quartiere alle porte delle mura della città del Santo c'è un caldo infernale. È un rione per bene, dove, in mezzo alle villette, ci sono anche dei palazzi.
LA TRAGEDIA L'uomo ha alzato le mani, è rientrato in macchina e ha ingranato la retromarcia come per andarsene. Fin qui è sembrato ai carabinieri uno dei soliti interventi che purtroppo avvengono in casi di questo genere. Il più giovane dei militari stava compilando il verbale, quando Collaki ha ingranato la prima e ha puntato dritto sui militari. Uno è riuscito a scansarsi, l'altro è stato colpito in pieno, rimanendo schiacciato tra il furgone e l'auto di servizio, crollando a terra e urlando per il dolore. Il 55enne è uscito e l'ha minacciato col coltello serramanico. «Fermati, fermati o sparo» gli ha gridato l'altro carabiniere. Ma Collaku sembrava fuori di sé, pronto a colpire con la lama il militare a terra. Il collega non ha potuto far altro che sparare.
VERIFICHE Le prime valutazioni dei vertici dell'Arma propenderebbero per una reazione del militare che ha sparato del tutto corretta e in linea con il protocollo di ingaggio. Sul posto è giunto anche il comandante della Legione Veneto, generale Giuseppe Spina. Sul fatto è intervenuto il governatore Luca Zaia: «I militari dell'Arma hanno agito con grande coraggio, mettendo a repentaglio la propria incolumità. Sono personalmente, ma lo sono anche tutte le istituzioni del Veneto, al fianco dei militari coinvolti, ai quali inviamo gli auguri di una rapida ripresa». Il carabiniere che ha fatto fuoco, dopo un primo momento di shock, è rimasto sul luogo della sparatoria, collaborando con i colleghi per ricostruire nel dettaglio quella manciata di secondi di follia che hanno trasformato un tranquillo pomeriggio estivo, in un inferno.