Sarah, nuova pista inchioderebbe Sabrina
«All'ora del delitto lo zio dormiva»

Michele Misseri
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Mercoledì 20 Ottobre 2010, 08:45 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 23:49
ROMA (20 ottobre) - Nuova ipotesi investigativa nel delitto di Sarah Scazzi, la quindicenne uccisa il 26 agosto ad Avetrana: all'ora dell'omicidio Michele Misseri, lo zio che si accusato del delitto, stava dormendo. L'ipotesi, circolata nel corso della giornata a Taranto, non avrebbe al momento conferme negli atti dell'inchiesta, ma è una pista sulla quale gli inquirenti starebbero lavorando. Gli accertamenti in corso partono dalle abitudini quotidiane dell'uomo: sembra, infatti, che l'agricoltore avesse l'abitudine di riposarsi nel primo pomeriggio dopo essersi alzato molto presto la mattina e aver lavorato in campagna.



Sarah uccisa in casa e non nel garage. È «teoricamente possibile» che Sara Scazzi venisse uccisa in casa Misseri il 26 agosto scorso ma si tratta di una ipotesi «concretamente improbabile». Lo si è saputo da fonti investigative. L'abitazione dei Misseri ha un porta di accesso al garage nel quale, secondo le risultanze investigative raccolte sino ad oggi, Sarah sarebbe stata strangolata. Ma per accedere da quella porta, spiegano le stesse fonti, bisognerebbe spostare diversi oggetti pesanti, e il tempo che avrebbero avuto a disposizione l'assassino o gli assassini di Sarah difficilmente lo avrebbe consentito, se si deve dare un senso anche agli spostamenti di auto dinanzi alla porta del garage dei quali si è parlato per quel pomeriggio.



Sabrina potrebbe aver fatto tutto da sola. Secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, Sabrina Misseri, accusata di concorso in omicidio volontario e sequestro di persona, potrebbe aver fatto tutto da sola, mentre il padre sarebbe intervenuto solo successivamente per provvedere a nascondere il cadavere. Da chiarire il ruolo della mamma, Cosima Serrano, che ha risposto con molti "non ricordo" durante il lungo interrogatorio dell'altro ieri.



Nuovo sopralluogo in casa Misseri. Intanto stamattina i carabinieri hanno effettuato un nuovo sopralluogo nell'abitazione e nel garage di Michele Misseri, presenti la moglie di Misseri, Cosima Serrano, che è stata brevemente ascoltata come persona informata sui fatti, e la figlia maggiore, Valentina. L'ispezione era finalizzata, tra l'altro, alla ricerca di un mazzo di chiavi (di cui avrebbe parlato la mamma di Sarah, e che non è stato ancora recuperato) e la corda con cui è stata uccisa la ragazza. In una prima versione Misseri aveva detto di averla bruciata, successivamente avrebbe invece dichiarato di averla buttata nella spazzatura. L'uomo aveva specificato che in garage stava maneggiando quella corda per mettere in moto un trattore il cui motore si era inalberato, ma dai riscontri fatti pare che il trattore non avesse alcun problema.



In casa di Michele Misseri i carabinieri, al termine dell'ispezione, non hanno trovato né il mazzo di chiavi che Sarah Scazzi portava abitualmente con sè né la corda utilizzata per ucciderla.



Sono stati fissati per lunedì 25 ottobre alle 10 al reparto investigazioni scientifiche (Ris) di Roma accertamenti tecnici irripetibili sul cellulare di Sarah Scazzi e l'auto Seat Marbella di Michele Misseri nel cui bagagliaio sarebbe stato trasportato il cadavere per nasconderlo in campagna e su altri reperti prelevati dai carabinieri nel corso dell'indagine. Gli accertamenti, come è prassi in questi casi, verranno eseguiti in contraddittorio alla presenza di legali e consulenti delle parti.



La madre di Sabrina in caserma e poi a visitare Sabrina. Dopo il sopralluogo, la madre di Sabrina, Cosima Serrano (che non dovrebbe per ora essere indagata), è andata alla caserma dei carabinieri di Avetrana a bordo di un'auto privata insieme alla figlia maggiore Valentina, sua sorella Emma e suo fratello Giuseppe. Dopo pochi minuti è uscita e, insieme a Valentina e a un parente, è andata nel carcere di Taranto per far visita a Sabrina, detenuta dalla sera del 15 ottobre, quando venne posta in stato di fermo con le accuse di sequestro di persona e concorso in omicidio volontario. Il fermo è stato poi convalidato l'altro ieri dal gip del tribunale di Taranto Martino Rosati. La visita è durata circa un'ora.



Ascoltato Ivano, amico di Sarah e Sabrina. Nel primo pomeriggio è stato nuovamente ascoltato in caserma per un paio d'ore Ivano Russo, uno degli amici della comitiva che Sabrina frequentava insieme a Sarah.



Michele Misseri sarà sentito nuovamente dai magistrati in sede di incidente probatorio in relazione alla volontà, manifestata al suo legale, di ritrattare la parte della confessione riguardante il presunto vilipendio del cadavere della 15enne. Prima di riascoltare in contraddittorio Misseri, comunque, gli inquirenti vogliono aspettare che il gip del Tribunale, Martino Rosati, decida se tramutare in ordinanza di custodia cautelare il fermo di Sabrina, che era stata chiamata in correità proprio dal padre. La Procura sembra orientata a chiedere un incidente probatorio al gip durante il quale ascoltare l'uomo. Molto più scettici sembrano gli inquirenti sulla possibilità di chiedere un confronto tra padre e figlia. «O dentro o fuori» è il ragionamento degli inquirenti che li spinge a programmare l'incidente probatorio che, come è noto, cristallizza le dichiarazioni in vista del dibattimento.



Michele Misseri: in famiglia non contavo nulla, venivo utilizzato. Michele Misseri, tra le mura domestiche «non contava nulla», anzi veniva "utilizzato" dai familiari, tanto che il suo ruolo era assolutamente marginale: a dirlo è lo stesso Misseri, che lo ha raccontato al suo legale e lo ha ripetuto nel corso degli interrogatori ai quali è stato sottoposto a partire dal 6 ottobre. «Dormivo su una sdraio, mi alzavo presto di notte per lavare i piatti che loro avevano usato, io mangiavo con le mani» ha detto Misseri per far intendere agli inquirenti lo scenario familiare nel quale viveva. Dunque il "mostro", lo "zio orco" che ha strangolato Sarah, sarebbe la stessa persona che veniva quotidianamente messa in un angolo dai suoi stessi congiunti, madre e figlia? Per l'avvocato Daniele Galoppa, suo difensore, era una situazione che Misseri «accettava» più che subirla. Anzi, «accettava qualsiasi cosa». Misseri che, a detta ancora del suo legale, avrebbe sempre avuto «un trascinamento» per la figlia Sabrina, la cui personalità «ha sempre prevalso» su di lui.



E' uno scenario familiare singolare quello che si ritrovano a costruire gli inquirenti sulla base delle dichiarazioni di Misseri. Fra le donne della famiglia - mamma Cosima, le figlie Sabrina e Valentina, anche se quest'ultima vive e lavora a Roma con il marito - ci sarebbe un legame molto forte, fanno intendere gli inquirenti, e questo avrebbe portato quasi a mettere in minoranza il capofamiglia sulle scelte gestionali di casa. Donne unite anche da un carattere comune molto deciso.



La stessa Sabrina lo starebbe dimostrando in questi giorni di detenzione nel carcere di Taranto. La ventiduenne cugina di Sarah, gravemente indiziata di concorso in omicidio volontario e sequestro di persona, è tenuta sotto stretta vigilanza in cella, da sola, 24 ore su 24 ed è sotto controllo di psicologi. Legge vecchie riviste femminili, ma ogni tanto darebbe sfogo al suo desiderio di libertà affacciandosi al finestrino e gridando attraverso le sbarre "Sono innocente, aiutatemi". Una Sabrina molto diversa da quella descritta dai suoi amici, che la descrivono come una persona allegra, solare, "caciarona", autoironica e persino un po' "imbranata".



Resta quindi da capire qual è la verità: davvero Cosima, Sabrina e Valentina decidevano tutto in casa, sovrastando e annullando le volontà di Michele Misseri, oppure lo zio omicida ha parlato di una famiglia che in realtà non esiste?



Il legale della famiglia di Sarah: sviluppi sconcertanti. «La dimensione che si sta aprendo su questa vicenda non era stata prospettata. Questi sviluppi stanno sorprendendo e lasciando sconcertati anche noi difensori, oltre che la famiglia, ovviamente se gli scenari verranno confermati». Lo dice l'avvocato Nicodemo Gentile, uno dei due legali della famiglia di Sarah Scazzi. «È una fase molto delicata e fluida - aggiunge - noi vogliamo capire di più. Siamo molto cauti perchè preferiamo muoverci su qualcosa di concreto». Circa la decisione del gip del Tribunale di Taranto, Martino Rosati, di prendersi ancora un po' di tempo per decidere se tramutare il fermo di Sabrina Misseri in una ordinanza di custodia cautelare, l'avvocato spiega di ammirare «lo scrupolo e la professionalità già noti, del giudice per le indagini preliminari. È evidente la necessità di acquisire ulteriori circostanze».
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