«Ho detto la verità, Sara l'ho uccisa io». Così Michele Misseri in una lettera inviata nei giorni scorsi a Telenorba. «Quando uscirò da qui, devo lottare per mia figlia Sabrina e mia moglie Cosima perché sono innocenti. Ho paura che Sabrina la faccia finita per colpa mia. Per me non è stato pesante il carcere perché sono colpevole, sono sereno. La mia preoccupazione è Sabrina, che sta male davvero. Il giorno in cui l'ho accusata, il 15 ottobre 2010, mi hanno dato delle pillole. Stavo male, non ricordavo niente. Il mio avvocato avrebbe dovuto fermare l'interrogatorio e invece mi ha fatto parlare davanti ai pm», continua Misseri.
Zio Michele non ha cambiato la sua versione nemmeno in carcere: continua a dichiararsi colpevole della morte della nipote sedicenne Sarah Scazzi, uccisa il 26 agosto del 2010 ad Avetrana, in provincia di Taranto.
Michele Misseri libero tra un anno
Misseri sarà libero tra un anno, anche grazie alla buona condotta. Avrà uno sconto di pena di 41 giorni per le condizioni della cella in cui è recluso. Il magistrato di soerveglianza ha accolto l'istanza presentata dal legale difensore Luca La Tanza, in base al decreto "svuota carceri". Secondo l'istanza, la cella è troppo piccola (circa tre metri quadri per detenuto mentre la Convenzione europea dei diritti dell'uomo ne prevede almeno 4) e non ci sono doccia e acqua calda. Si è sempre auto-accusato di aver ucciso la nipote sedicenne ma nessuno gli ha creduto.
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