Ragazza minacciata dall'ex fidanzato: «Cambia abiti o ti uccido». L’orologio “avvisa” il 112 e lui finisce in cella

La giovane indossava il “mobile angel”, uno smartwatch anti-violenza

Napoli, minacciata dall'ex fidanzato: «Cambia abiti o ti uccido». L’orologio “avvisa” il 112 e lui finisce in cella
di Michela Allegri
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Sabato 16 Dicembre 2023, 22:15 - Ultimo aggiornamento: 22:58

Pretendeva di controllare le sue amicizie, i suoi contatti nel cellulare e anche quelli sui social. Voleva addirittura decidere quali vestiti dovesse tenere e quali dovesse eliminare dall’armadio. E quando lei ha deciso di lasciarlo, sono iniziate le minacce più pesanti: «Ti uccido, uccido anche tuo padre, devi stare con me». Parole che hanno fatto gelare il sangue a una giovane, che ha denunciato l’ex fidanzato diciannovenne ai carabinieri. A sventare un possibile nuovo femminicidio, a Napoli, è stato proprio l’intervento dei militari: quando hanno capito la gravità della situazione hanno dato alla vittima il “mobile angel”, lo smartwatch (un orologio) collegato alla centrale operativa, tramite il quale le vittime di violenza possono inviare segnalazioni in tempo reale. E quando la giovane ha chiesto aiuto sono intervenuti. Ora il diciannovenne, residente nei Quartieri Spagnoli e orgoglioso nipote del defunto boss Antonio Ranieri, detto Polifemo, si trova nel carcere di Poggioreale.

LE PRETESE
Con il proseguire della relazione le pretese dell’indagato erano diventate sempre più pesanti e i suoi modi sempre più violenti. «Elimina i contatti maschili dalla rubrica e dai social», diceva alla vittima.

E ancora: «Non frequentare le amiche e non vestirti in modo vistoso». Fino ad arrivare alle minacce vere e proprie una volta che la vittima ha deciso di lasciarlo. La ragazza, terrorizzata, si è rivolta ai carabinieri. Nonostante la denuncia, le intimidazioni non sono cessate. A quel punto i militari hanno consegnato alla giovane il dispositivo per inviare le segnalazioni. E, quando la vittima ha azionato - più volte - l’orologio, sono entrati in azione. Il diciannovenne è stato arrestato per atti persecutori aggravati, su disposizione del gip di Napoli, che ha accolto la richiesta della procura.

LE INDAGINI
Dalle indagini dei carabinieri della stazione di Chiaia sono emerse le «condotte minatorie, morbose e moleste, reiterate, tutte guidate - hanno sottolineato gli investigatori - da una forte gelosia e, una volta terminata la relazione sentimentale tra i due ragazzi, dalla mancata accettazione della situazione di fatto». I carabinieri hanno accertato che il giovane avrebbe preteso di controllare la ex. La avrebbe seguita per giorni e si sarebbe presentato sotto casa di lei, anche in piena notte. Non solo: le avrebbe vietato di frequentare le amiche e di vestirsi nel modo che preferiva, perché considerato da lui troppo vistoso. Avrebbe iniziato a controllarle anche il cellulare: tutti i contatti di sesso maschile in rubrica e sui social dovevano essere eliminati. Quando lei lo ha lasciato le minacce non sono state fatte solamente di persona, a voce, ma anche attraverso i social, in continuazione. Per spaventarla le ha anche inviato fotografie che lo ritraevano con in mano una pistola. I carabinieri hanno raccolto le testimonianze della vittima e quelle dei suoi familiari, hanno acquisito chat e messaggi inviati dall’indagato.

L’OROLOGIO
Lo smartwatch fornito dagli inquirenti è stato fondamentale per le indagini e per tutelare la giovane. Il dispositivo per ora è utilizzato a Napoli, Roma, Torino e Ivrea. La fase di sperimentazione si è conclusa in novembre. Il “mobile angel” viene consegnato alla vittima insieme a uno smartphone e le consente un contatto immediato con la centrale operativa, dove c’è uno schermo dedicato alle segnalazione. Una sorta di angelo custode elettronico, che viene consegnato quando si documenta una situazione di pericolo e di rischio per l’incolumità della donna. Permette ai carabinieri di rimanere in contatto con le vittime h24. La geo localizzazione – per la quale è necessario fornire un consenso preventivo – permette in ogni momento agli investigatori di sapere dove si trova la persona da proteggere.
 

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