Il Guardian lancia l'allarme sull'inquinamento nella Pianura Padana. Un'area - quella a cavallo Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna - tra le peggiori in Europa per quanto riguarda l'inquinamento atmosferico. «È impossibile vivere qui», afferma uno degli intervistati.
Il reportage
Nell'articolo "Impossible to live like this": Italy’s Po Valley blighted by air pollution among worst in Europe (Impossibile vivere così: la Pianura Padana è colpita da un inquinamento atmosferico tra i peggiori in Europa), il giornale britannico rileva come più di un terzo delle persone in queste zone respiri un'aria quattro volte superiore al limite di riferimento dell'Oms per il particolato più pericoloso presente nell'aria.
Il Guardian sottolinea come una delle città con la qualità peggiore dell'aria in Europa, secondo l'Agenzia europea dell'ambiente, sia Cremona, dove c'è peraltro la più alta percentuale di decessi nel Paese - tra i 150 e i 200 per 100.000 residenti - attribuiti al particolato fine, o PM 2,5.
D'altronde, la Pianura Padana è anche la zona più industrializzata e ad alta intensità agricola in Italia. La Lombardia produce enormi quantità di rifiuti animali, in gran parte concentrati proprio nelle aziende agricole di Cremona e delle province limitrofe, mentre la regione produce più del 40% del latte italiano e qui si trova il maggior numero di suini.
‘Impossible to live’: Italy’s Po Valley blighted air among worst in Europe https://t.co/yUQ49XKD0D
— The Guardian (@guardian) September 21, 2023
Il caso
C'è il caso di Crotta d'Adda, un paese nel cremonese in cui gli abitanti si sono barricati in casa, per un paio di settimane per il forte odore che arrivava dall'area agricola causando ad alcuni vomito, difficoltà respiratorie, vertigini, occhi gonfi e mal di testa. «È impossibile vivere così», ha affermato al giornale britannico uno degli intervistati, Cristiano Magnani. «Persino la casa non è più sicura, perché la puzza entra dappertutto e dura per settimane». Una zona nella quale abbondano allevamenti di suini e pollame, i cui escrementi vengono trasformati in fertilizzante. E questo nonostante nell'ultimo decennio, il livello di PM10 in Lombardia sia progressivamente sceso, così come il numero di giorni in cui è stato superato il limite di 50 mg/m3.
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