Chiede alla polizia un dissuasore di velocità davanti casa, ma gli arriva la multa di 350 euro

Chioggia, l'uomo ha eseguito il lavoro a proprie spese: poi la beffa

Chiede alla polizia un dissuasore di velocità davanti casa, ma gli arriva la multa di 350 euro
di Diego Degan
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Lunedì 18 Dicembre 2023, 08:55 - Ultimo aggiornamento: 20 Dicembre, 08:58

CHIOGGIA - Aveva chiesto alla Polizia locale di installare un dissuasore di velocità davanti a casa sua, in via Robinia, ricevendo una risposta affermativa ma, dopo aver eseguito il lavoro, a proprie spese, l’uomo, residente a Sottomarina, si è visto comminare, dalla stessa Polizia locale, una multa da 350 euro. La vicenda, un po’ comica, in parte oscura, ma sicuramente paradossale, è emersa all’ultimo Consiglio comunale per via del necessario riconoscimento del debito fuori bilancio che ne è derivato: 563 euro per la restituzione al cittadino della somma pagata e degli oneri accessori che gliene erano derivati.

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La storia

L’interessato, infatti, aveva presentato ricorso al Giudice di pace, il quale gli ha dato ragione, ma il dato amministrativo che emerge è una sorta di “incomunicabilità” tra vari uffici comunali.

Una quindicina di giorni fa era accaduto qualcosa di analogo: il Consiglio comunale aveva riconosciuto un altro debito fuori bilancio (780 euro) derivante da una causa persa dal Comune in materia di accertamento Imu: l’azienda aveva fatto ricorso contro l’accertamento ma, all’udienza, il Comune non si era presentato e la Commissione tributaria aveva accolto il ricorso. I consiglieri avevano criticato la contumacia dell’avvocatura civica, ma questa si era giustificata (con una nota successiva alla riunione del Consiglio) dicendo che l’Ufficio tributi non l’aveva informata dell’udienza: mancanza di comunicazione tra uffici comunali, quindi.

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E per quanto riguarda il dissuasore? Qui ha fatto da contraltare l’Ufficio Lavori pubblici che aveva espresso, invece, parere negativo. Non si è capito, dalla discussione in aula (anche un po’ reticente) se i Lavori pubblici si siano pronunciati contestualmente alla Polizia locale, o in seguito, e se avessero comunicato il loro parere al cittadino. Sta di fatto che c’erano due pareri opposti e che il Giudice di pace ha ritenuto giustificato il comportamento del cittadino e illegittima la sanzione. Ma c’è dell’altro. Il Giudice di pace non ha considerato legittima l’installazione del dissuasore “fai-da-te”, si è limitato a stabilire la scorrettezza della sanzione. Ciò significherebbe, a detta di diversi consiglieri, che il dissuasore può essere tolto, sia perché la strada in questione nel frattempo è stata posta a senso unico, sia perché potrebbe diffondersi l’errato convincimento che ogni singolo cittadino possa “decidere” della viabilità che gli fa più comodo. Tuttavia, ed ecco il secondo paradosso, dai fatti raccontati sono passai quattro anni e il dissuasore è ancora la suo posto, senza che l’ufficio che lo aveva contestato abbia fatto nulla per toglierlo o farlo togliere.

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