Mestre, la strage del bus: trovate anomalie sospette nel cuore del conducente Alberto Rizzotto

La tragedia il 3 ottobre scorso: morte 21 persone, torna l'ipotesi del malore dell'autista

Mestre, la strage del bus: trovate anomalie sospette nel cuore del conducente Alberto Rizzotto
di Roberta Brunetti
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Mercoledì 29 Novembre 2023, 09:17 - Ultimo aggiornamento: 09:19

VENEZIA - L’esame specialistico, iniziato ieri, sul cuore di Alberto Rizzotto, l’autista della strage del cavalcavia, richiede nuovi approfondimenti per una presunta anomalia, che potrebbe essere all’origine della morte del 40enne, alla guida dell’autobus di La Linea volato dal cavalcavia Superiore di Marghera il 3 ottobre scorso. Tragedia costata la vita a 21 persone, Rizzotto compreso, oltre al ferimento di altre 15. L’esame che la procura ha affidato alla cardiologa dell’università di Padova, Cristina Basso, è cominciato ieri, alla presenza degli altri cardiologi nominati dalle parti. Tutti esperti delle cosiddette morti “invisibili”, causate cioè da problemi cardiaci che sfuggono anche ai normali esami e che fino a una quindicina di anni fa restavano irrisolte. L’autopsia sul corpo di Rizzotto, come si ricorderà, aveva escluso malori evidenti e individuato come causa della morte la frattura del cranio causata dallo schianto dopo un volo nel vuoto di una quindicina di metri.

SOTTO ESAME
Alla luce della documentazione medica acquisita, però, era stato lo stesso medico legale che aveva eseguito l’esame, il professor Guido Viel, a suggerire l’utilità di indagini cardiologiche più specialistiche. Ed ecco l’approfondimento disposto dal pubblico ministero Laura Cameli, con il coinvolgimento di una luminare delle morti “invisibili”, come la professoressa Basso. Ieri, dunque, questo nuovo sezionamento del muscolo cardiaco che agli occhi della professoressa e degli altri consulenti, avrebbe rilevato qualcosa di anomalo, da approfondire con ulteriori indagini. Insomma l’esame dovrà proseguire. I tempi fissati dalla procura per arrivare a una conclusione sono relativamente stretti. Entro il 10 gennaio la professoressa Basso dovrà depositare la sua relazione.
Quello del malore è uno dei grandi punti interrogativi di questa inchiesta.

Potrebbe spiegare la ragione per cui l’autobus è andato ad appoggiarsi sul guardrail, averci sbattuto ripetutamente per un tratto, fino a quel maledetto varco in cui il grande mezzo si è infilato per poi precipitare nel vuoto. Un malore, addirittura una morte improvvisa, potrebbe spiegare anche il fatto che l’autobus non abbia frenato. Al momento solo ipotesi, in attesa di riscontri.

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IN LABORATORIO


L’altro grande interrogativo riguardo lo stato del mezzo, con la ricerca di un possibile guasto, all’origine della perdita di controllo e del successivo volo. Su questo fronte, ieri, hanno iniziato il loro lavoro i due nuovi consulenti nominati dalla procura, i professori di ingegneria industriale di Padova, Roberto Lot e Giovanni Meneghini. In mattinata, insieme al pubblico ministero, ai legali dei tre indagati (l’amministratore di La Linea e i due tecnici del Comune), ai vari consulenti nominati dalle parti, hanno preso visione della carcassa del mezzo, ancora in deposito all’ex mercato ortofrutticolo di Mestre. Qui hanno deciso di asportare lo sterzo tra le ruote anteriori, compresi i due perni di collegamento, uno andato distrutto, l’altro rimasto integro. Tutto materiale che sarà portato in laboratorio per essere sottoposto a prove di metallurgia. Obiettivo: capire se la rottura di quel perno è stata causata dall’urto con il guardrail, dalla caduta o è addirittura antecedente e in questo caso all’origine dell’incidente. I consulenti prepareranno un crono programma dei prossimi test. La risposta è attesa per febbraio. 

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LE ALTRE PERIZIE


Per il 5 dicembre, intanto, tornerà in sopralluogo anche il perito che sta esaminando lo stato della strada e soprattutto del guardrail. Mentre negli stessi giorni dovrebbe arrivare una risposta anche dalla consulenza informatica sulle scatole nere del mezzo e sul cellulare di Rizzotto. Tutti tasselli che si dovranno ricomporre per rispondere ai tanti perché di questa tragedia.
 

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