Bus elettrico di Mestre finito contro la colonna, il referto medico: «Malore». Sotto inchiesta gli orari di lavoro degli autisti

Indagine della procura di Venezia

Bus elettrico di Mestre finito contro la colonna, il referto medico: «Malore». Sotto inchiesta gli orari di lavoro degli autisti
di Davide Tamiello
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Lunedì 16 Ottobre 2023, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 20:28

MESTRE - Questa volta non dovrebbero esserci dubbi: l’autista ha avuto un malore. C’è un referto medico, quello del pronto soccorso, che parla di episodio sincopale, dovuto forse a un improvviso calo di pressione. A questo punto la procura di Venezia, però, vuole approfondirne l’origine, anche in ragione del fatto che una delle ipotesi ancora in ballo sulle cause della tragedia del 3 ottobre è che l’autista del bus precipitato dal cavalcavia, il 40enne trevigiano Alberto Rizzotto, possa aver perso il controllo del mezzo a causa di un mancamento. È pur vero che potrebbe trattarsi di due coincidenze separate e solo per una fatale ironia della sorte avvenute a pochi giorni l’una dall’altra, ma gli inquirenti dovranno appurare che tra i due casi non vi sia un legame

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Il primo elemento a finire sotto la lente, quindi, sarà l’orario di lavoro: se, cioè, l’autista alla guida del bus finito contro una colonna di marmo in via Carducci sabato sera avesse tenuto dei ritmi eccessivi (ipotesi smentita dall’Ad della società di trasporti, Massimo Fiorese). Il secondo aspetto sarà capire se l’autista, M.E., 59 anni, fosse nelle condizioni psicofisiche per guidare un autobus.

Quel che è certo è che ha ammesso sia con la sua ditta, sia con gli investigatori, sia con il personale sanitario di essersi sentito male alla guida: una dichiarazione che avrà delle conseguenze per il futuro del suo lavoro. Il 59enne, infatti, dovrà sottoporsi a una serie di accertamenti sanitari e non potrà tornare al volante dei mezzi per un lungo periodo di tempo. 

Il pm di turno, Fabrizio Celenza, in questa fase non ha formalmente aperto ancora un fascicolo. Primo perché le carte dell’episodio arriveranno sulla sua scrivania non prima di questa mattina. Secondo, perché questa volta dal punto di vista penale si dovrebbe procedere per il reato di lesioni stradali e visto che tra i feriti nessuno ha riportato lesioni superiori ai 40 giorni di prognosi (limite stabilito dalla legge per far scattare una denuncia d’ufficio) servirà attendere che qualcuno dei coinvolti sporga querela. Oggi, il pubblico ministero si confronterà con la collega Laura Cameli, la sostituta procuratrice che sta seguendo l’inchiesta sulla tragedia del 3 ottobre, per valutare se riunire i due episodi in un unico fascicolo. 

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IL BILANCIO

Intanto sono stati quasi tutti dimessi i passeggeri coinvolti e feriti nell’incidente. Al pronto soccorso di Mestre resta in osservazione, per accertamenti, solo l’autista. Gli altri 8 feriti sono tutti tornati a casa con prognosi varie, la più seria è di 30 giorni per un passeggero che ha riportato la frattura del polso: si tratta di uomini e donne di una fascia d’età che varia tra i 19 e i 42 anni, a cui si aggiunge una ragazzina di 12 anni. Dimesse anche le due donne, di 24 e 40 anni, che sono state medicate e assistite al pronto soccorso di Mirano, e anche qui la prognosi più seria è di 30 giorni. Un uomo e una donna adulti, infine, erano stati accompagnati al pronto soccorso di Dolo: l’uomo è già stato dimesso, la donna è in fase di dimissione.

 

LE PERIZIE

Intanto i prossimi saranno giorni decisivi per quanto riguarda l’inchiesta per il bus precipitato dal cavalcavia. Si attende, infatti, l’esito dell’autopsia sul corpo di Rizzotto e mercoledì 25 si terrà la super perizia sulla strada richiesta dalla procura, con prosecuzione il 9 novembre sul cavalcavia. All’esame, tenuto dall’esperto individuato dalla procura, Placido Migliorino, si affiancheranno i consulenti della difesa dei tre indagati: per l’ingegner Alberto Cesaro gli esperti indicati sono il professor Antonio Montepara e l’ingegner Mattia Gremis, per Roberto di Bussolo l’ingegner Stefano Calvi come esperto di guard rail e l’ingegnere Davide Pavon per ricostruzione del sinistro e per Massimo Fiorese l’ingegnere Matteo Quitadamo. Nel frattempo, il Comune ha confermato la decisione di sostituire i bus de La Linea con quelli di Actv. «Una scelta prudenziale - ha commentato il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro - che abbiamo deciso di adottare e che ci sembra assolutamente doverosa».

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