Le foto sono ancora lì, sulla bacheca della parrocchia di San Pietro Orseolo in viale don Sturzo, a Mestre. Campeggiano da circa un mese come fossero un monito per quella coppia di ladre che sabato 8 maggio, durante la messa delle 18, aveva provato a entrare in canonica e razzolare il più possibile. A cacciarle, l’allarme installato in canonica. A riprenderle e immortalarne il volto - mascherina correttamente indossata permettendo - le telecamere di sicurezza fatte installare a protezione dell’edificio. Da inizio maggio le foto sono lì, visibili a tutti, con anche i più classici “due conti” a dire cosa sia successo. «Bottino: 0 euro, danni: 6mila euro», recita la scritta.
L’IDEA
«Ah sì, ma saranno stati ancora di più di 6mila euro: hanno forzato le porte, rotto dei vetri e siamo dovuti intervenire per sostituire tutto - commentava ieri don Corrado Cannizzaro, parroco di San Pietro Orseolo e ideatore del manifesto - L’8 maggio stavo dicendo messa al pomeriggio quando all’improvviso abbiamo sentito suonare l’allarme della canonica. Alcuni fedeli sono usciti per andare a vedere cosa fosse successo e hanno trovato le porte mezze rotte. Le due ladre non c’erano più, chi fossero l’abbiamo scoperto guardando le immagini di sicurezza».
E da lì la scelta di pubblicare quei fotogrammi sulla bacheca della parrocchia. «Volevo che fossero a conoscenza del fatto che sappiamo chi siano, che le abbiamo viste e che le persone stiano attente se le vedono in giro - continua don Corrado - Non c’erano altri fini o messaggi particolari: le abbiamo viste e sappiamo chi sono».
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I PRECEDENTI
Era gennaio 2020 l’ultima volta in cui la parrocchia di San Pietro Orseolo veniva coinvolta dalla cronaca: due balordi erano entrati in chiesa mettendo a soqquadro la sacrestia e defecando nella stanza interna.
Nella primavera del 2015, in particolare, un altro episodio molto simile a quello avvenuto l’8 maggio e che ha dato il via ai manifesti. Sei anni fa i ladri erano entrati in canonica mentre don Corrado stava celebrando la messa. I banditi, allora, se ne erano andati con trecento euro in contanti e delle carte di credito e bancomat. Il sacerdote, al termine della funzione, notando la casa in disordine, aveva chiamato la polizia per denunciare l’episodio. I ladri però erano stati più veloci e nel frattempo erano riusciti a effettuare due prelievi da 250 euro ciascuno.
Nonostante le indagini, non era stato possibile risalire agli autori del colpo.