Immuni, test in sei regioni: ma il Friuli si chiama fuori

Immuni, test in sei regioni: ma il Friuli si chiama fuori
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Venerdì 29 Maggio 2020, 08:06 - Ultimo aggiornamento: 16:54

Ancora incertezze per l'app Immuni. Il software per il tracciamento dei contatti, secondo il calendario rispettato fino ad ora, avrebbe dovuto iniziare la fase di sperimentazione regionale oggi, il 29 maggio. Tuttavia i test non solo sarebbero slittati al 5 giugno (comunque idealmente in tempo per il rilascio a livello nazionale del 15) ma starebbero soprattutto cambiando protagonisti in corso d'opera. Stando a quanto filtrato ieri infatti, Liguria, Abruzzo e Puglia non saranno le uniche regioni coinvolte nella sperimentazione. A loro dovrebbero aggiungersi altri 3 territori che, per il momento, sembrerebbero non essere ancora stati definiti.

App Immuni, test in sei regioni dai primi di giugno

LE POLEMICHE
Ogni scelta dovrebbe essere stata rimandata alla Conferenza Stato-Regioni che si terrà questa sera ed è già annunciata rovente. Sul tavolo infatti ci sarà anche la discussa patente di immunità richiesta da alcuni governatori. L'allargamento della platea di regioni tester a 6 - si suppone con una distribuzione che manterrebbe l'equilibrio tra Nord, Centro e Sud - sarebbe infatti il risultato delle polemiche nate negli ultimi giorni. In particolare, la sperimentazione dell'app avrebbe lasciato perplessi sia il Presidente della conferenza delle Regioni e governatore emiliano Stefano Bonaccini che la vicepresidente della Liguria e assessore leghista alla Sanità Sonia Viale. Quest'ultima in particolare, pur senza rompere con il governatore Toti, ha spinto la Regione a un mezzo passo indietro. Oggetto del contendere sarebbe l'assenza di soluzioni chiare e della validazione ufficiale da parte dell'Autorità Garante per la Privacy sulla versione finale del software sviluppato dall'azienda milanese Bending Spoons.

Per gli stessi motivi ieri il Friuli Venezia Giulia, per voce del governatore Massimiliano Fedriga, ha deciso di ritirare la propria disponibilità alla sperimentazione dell'app Immuni. A tal proposito, Fedriga ha predisposto una lettera da inviare alla Conferenza delle Regioni con cui attacca il sistema «dell'invio di un sms ai cittadini entrati a contatto con un contagiato». Questa, spiega, sarebbe «una soluzione poco avveduta che rischia di ingenerare panico o, nel caso in cui il cittadino decidesse di non rivolgersi al medico curante, di vanificare l'efficacia dell'app». Al di là di ogni valutazione politica, oltre al consenso dei governatori regionali a mancare è anche l'ormai attesissima Dpia. Vale a dire la valutazione d'impatto che deve essere prodotta da chi risponde del trattamento dei dati degli utenti - in questo caso il ministero per la Salute - e poi sottoposta al vaglio del Garante per la Privacy. Com'è noto infatti a Piazza Venezia spetterà l'ultima parola sull'effettiva pubblicazione dell'app nei negozi digitali di Apple e Google. Tuttavia, proprio l'authority che pochi giorni fa ha ribadito la correttezza a livello normativo di quanto fatto fino a questo momento per l'app, «non ha ancora ricevuto alcun tipo di comunicazione dal ministero per la Salute». Questo, filtra da ambienti vicini al Garante, «potrebbe allungare i tempi stimati per la pubblicazione di Immuni».
 



IL TEST
Inoltre prima di arrivare sugli smartphone di milioni di italiani l'app dovrà essere analizzata anche da Apple e Google. Un'operazione di routine che di per sé, non dovrebbe richiedere molto tempo. Tuttavia, per distribuirla su base regionale, il discorso potrebbe essere diverso. In pratica non è chiaro se gli store da cui si potrà scaricare Immuni possano limitare il download a una sola regione della Penisola. In caso contrario però, rendendola disponibile su tutto il territorio nazionale, si rischierebbe di invalidare l'intero processo di test.
Com'è noto Immuni, a tutela della privacy degli utenti, non è abilitata all'utilizzo dei servizi di geolocalizzazione dello smartphone. Per cui chiunque la scaricasse, pur risiedendo in una regione diversa rispetto a quelle individuate per i test, potrebbe indicare di trovarsi in un altro punto distorcendo le risposte del campione selezionato per la sperimentazione.
Francesco Malfetano
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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