Giovanbattista Cutolo, piazza del Gesù gremita per i funerali. Il vescovo: «Giogiò perdonaci, quella mano l'abbiamo armata noi»

Presenti in chiesa per le esequie Sangiuliano, De Luca e Manfredi

Giovanbattista Cutolo, in centinaia a Napoli per i funerali del musicista: presenti Sangiuliano, De Luca e Manfredi
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Mercoledì 6 Settembre 2023, 15:43 - Ultimo aggiornamento: 17:26

Applausi e commozione, in piazza del Gesù a Napoli, per l'arrivo della salma di Giovanbattista Cutolo, il musicista di 24 anni ucciso da un ragazzino di 17. L'arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia, celebra i funerali. Alcune persone hanno gridato «giustizia, giustizia». La piazza è transennata per favorire l'accesso delle persone ed è stato anche installato un maxi-schermo. Sull'obelisco di pizza del Gesù è stato affisso uno striscione: «Nessuno muore finché vive nel cuore di chi resta. Giustizia per Giovanni».

Sangiuliano, De Luca e Manfredi in chiesa

Prima dell'inizio dei funerali di Giovanbattista Cutolo sono arrivati in chiesa il ministro Gennaro Sangiuliano, che ha abbracciato a lungo la mamma, ed il governatore Vincenzo De Luca. Lungo abbraccio anche con il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.

Presenti diversi esponenti delle istituzioni, come Antonio Bassolino, Sergio Costa, e della Cultura come Maurizio De Giovanni. La Chiesa del Gesù Nuovo è gremita da tanti amici di Giogiò e comuni cittadini.

 

Il vescovo: «Giogiò perdonaci, quella mano l'abbiamo armata noi»

L'arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, nel corso dell'omelia ha detto: «Non vorrei essere qui oggi. Non vorrei essere qui ad accompagnare l'ennesimo giovane figlio di Napoli, ucciso senza alcun motivo dalla mano di un altro figlio di questa città. Non vorrei essere qui non perché voglia sottrarmi al dolore immenso dei genitori di Giovanbattista e di tutti coloro - parenti, amici, compagni - che lo piangono con il cuore spezzato e straziato dall'angoscia, dall'incredulità, dallo smarrimento. Non vorrei essere qui perché semplicemente avrei voluto che non ce ne fosse il motivo».

«E più che parlare di Giovanbattista avrei voluto parlare con Giovanbattista, più che sentir parlare di lui, della sua bravura, della sua arte e voglia di vivere, avrei voluto toccarla con mano, magari ascoltando un concerto della sua orchestra o una delle sue magnifiche composizioni, come quella che il suo papà mi ha fatto ascoltare qualche giorno fa. Ma, purtroppo, nessuno di noi ha il potere di cambiare la realtà, nessuno di noi può far tornare indietro le lancette della storia e del tempo, fermando quella mano giovanissima ma già deviata, come purtroppo tante volte accade con i ragazzi di questa città», ha aggiunto il vescovo di Napoli.

«Perdonaci tutti Giogiò, perché quella mano l'abbiamo armata anche noi, con i nostri ritardi, con le promesse non mantenute, con i proclami, i post, i comunicati a cui non sono seguiti azioni, con la nostra incapacità di comprendere i problemi endemici di questa città abitata anche da adolescenti - poco più che bambini - che camminano armati, come in una città in guerra».

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