Funivia Mottarone, Hesam l'ingegnere gelataio. «A Roma aveva un futuro»

Funivia Mottarone, Hesam l'ingegnere gelataio. «A Roma aveva un futuro»
di Flaminia Savelli
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Martedì 25 Maggio 2021, 00:49 - Ultimo aggiornamento: 26 Maggio, 09:50

Aveva già pianificato il futuro: la laurea in ingegneria civile, che avrebbe conseguito tra un mese. Il matrimonio con la sua ragazza dopo 8 anni di fidanzamento. Una vita a Roma, ma sempre con il cuore a Shiraz, in Iran, dove era nato e dove vivono ancora la madre e la sorella. Invece il destino di Shahaisavandi Mohammadreza, 31 anni, e della sua fidanzata Serena Cosentino, 27 anni, domenica mattina ha cambiato strada. C’erano anche loro dentro la cabina della funivia del Mottarone che nel giro di secondi si è trasformata in una pressa di lamiere e vetri.

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«Stiamo salendo, qui è un paradiso.

La prossima volta ci torniamo insieme», ha scritto Hesam appena prima di salire in funivia all’amica del cuore, Sheida da Esfahan, anche lei di origini iraniane. I due si erano conosciuti negli alloggi universitari de La Sapienza: «Negli ultimi 13 anni non c’è stato un giorno senza Hesam. Siamo diventati subito grandi amici e con il tempo, e i nostri cari lontani, uno la famiglia dell’altro». Non trattiene le lacrime e non si dà pace per quello che è accaduto. Mentre ripercorre l’incredibile catena di coincidenze che hanno accompagnato i due fidanzati sul Lago Maggiore. Il giovane, prossimo alla laurea, sarebbe dovuto partire il 4 maggio per raggiungere la sua ragazza che si era appena trasferita per lavoro a Verbania. Ma il giorno prima della partenza, Serena era risultata positiva al Covid: «Non era una data a caso - racconta l’amica- era stato il suo compleanno e avevano rimandato i festeggiamenti perché lei si era contagiata». Mentre ricorda l’amico accende il telefono e mostra una carrellata di foto: Hesam insieme a lei e alla fidanzata a passeggio per le strade di Roma. In treno per una gita. A cena con gli amici. E in ogni scatto lo sguardo è sereno e il sorriso largo: «Era un ragazzo eccezionale, con delle qualità davvero rare» dice commossa Sheida.

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IL LUTTO
«Ha sempre lavorato tanto per mandare i soldi a casa. Suo papà è morto e provvedeva lui alla madre e alla sorella. Ma soprattutto era uno studente eccezionale, conosceva perfettamente cinque lingue. Qualcuno deve pagare per quello che è successo. Aveva una vita, un futuro, un amore: adesso non c’è più niente per lui». È un fiume in piena Reza Tavvafi, il coinquilino e collega di studi, neo laureato in ingegneria. Erano partiti lo stesso giorno da Roma, dall’appartamento in affitto in via Cipro nel quartiere Trionfale: il giovane scomparso per raggiungere la fidanzata, mentre l’amico è rientrato in Iran per qualche giorno. La notizia della tragedia è arrivata domenica notte: «Ho perso un fratello, un compagno di vita» dice al telefono con la voce rotta dal dolore. La stessa sofferenza dei colleghi di Hesam.

Massimo De Santis è il titolare dei due laboratori di via Ottaviano nel quartiere Prati, dove era impiegato e da ieri chiusi per lutto. «Gli avevo già proposto di entrare, una volta conseguita la laurea, come socio nella mia attività. Stavamo pensando a come aprire all’estero» racconta. «Da quando abbiamo riaperto per il Covid, sapeva che ero in difficoltà. Era lui che aiutava me restando aperto oltre il suo orario solo per incassare di più. Lo racconto perché è importante che si conosca la sua storia e che si sappia che era un ragazzo veramente speciale». E infatti davanti all’ingresso della gelateria chiusa per tutta la mattinata c’è stato un via vai continuo di clienti increduli. Tutti commossi: «Aveva sempre il sorriso, una parola carina. Non posso credere che sia morto così in questa tragedia», dice Carla Rossini, una cliente abituale. Un coro di voci a cui si sono uniti anche i commercianti di via Ottaviano.
 

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