Sparatoria al Circeo, c'è un quinto accusato: ha 15 anni e giovedì tornerà a scuola

Qualcuno di loro, non è ancora chiaro chi, ha imbracciato il fucile e ha iniziato a sparare contro tutti quelli che incontravano, una sorta di tiro a segno con bersagli scelti a caso

Sparatoria al Circeo, c'è un quinto accusato: ha 15 anni e giovedì tornerà a scuola
di Stefano Cortelletti
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Martedì 12 Settembre 2023, 06:17 - Ultimo aggiornamento: 15:31

Ha solo quindici anni il quinto componente del gruppetto che ha sparato da un'auto in corsa con una carabina ad aria compressa sui passanti tra Terracina e San Felice Circeo. Hanno ferito sette persone. Il ragazzo era in macchina con il fratello, anche lui minorenne, che è stato già denunciato alla procura per i minori di Roma insieme a un altro coetaneo, mentre il ragazzo alla guida della Mercedes Classe B, Adem Djelassi, 21 anni di Alatri, è stato arrestato, così come Samuele Pasquale Belviso di Terracina, 18 anni.
Quella sera i cinque sono partiti a bordo dell'auto di Djelassi, che era al volante nonostante la patente sospesa, per passare una notte in cerca di emozioni forti. Qualcuno di loro, non è ancora chiaro chi, ha imbracciato il fucile e ha iniziato a sparare contro tutti quelli che incontravano, una sorta di tiro a segno con bersagli scelti a caso tra i pochi passanti che potevano incontrare a quell'ora, quando ormai bar, gelaterie e ristoranti erano chiusi. Erano le 2.30 quando in viale Cristoforo Colombo hanno centrato tre persone al collo e alla spalla, poi è toccato a una guardia giurata in servizio davanti alla sede Inps, preso a una gamba, e ancora a un giovane colpito all'orecchio. La scorribanda è proseguita a San Felice Circeo, dove hanno ferito altre due persone. I carabinieri li hanno intercettati e fermati nella via dello "struscio" all'ombra del monte Circe. A quel punto il più giovane del gruppo è sceso dalla Mercedes e si è dileguato con il favore della notte. Un militare, tuttavia, è riuscito a scorgere il suo volto con la coda dell'occhio. Non potendo contare sulla collaborazione del branco, che si è chiuso nel silenzio, i carabinieri hanno iniziato a indagare sulla cerchia di amicizie ristrette e sui familiari dei quattro ragazzi, membri di una comitiva già tenuta d'occhio dalle forze dell'ordine. Solo ieri, i militari agli ordini del maggiore Saverio Loiacono sono riusciti a identificare con certezza il quindicenne e hanno trasmesso l'informativa alla procura capitolina per i minorenni. Il ragazzino festeggerà il suo sedicesimo compleanno a fine settembre e giovedì riprenderà la scuola: frequenta un istituto superiore della sua città, Fondi, con la consapevolezza che quella notte di eccessi potrebbe costargli una denuncia, così come già avvenuto per il fratello.
Ma sono ancora tante le domande che attendono risposta. Chi dei cinque ha materialmente sparato? Si sono passati il fucile tra di loro o solo uno di loro ha premuto il grilletto? Come ha fatto il quindicenne a tornare a casa dopo essere fuggito? Fondi dista una quarantina di chilometri dal Circeo: qualcuno deve averlo riaccompagnato in macchina. E ancora: di chi era la cocaina trovata dai carabinieri nella Mercedes al momento del fermo? Qualcuno degli occupanti ne aveva fatto uso? Di chi era la carabina ad aria compressa usata per quello che doveva essere un "gioco"?

IN SILENZIO

I due maggiorenni arrestati sono ai domiciliari, ma al processo per direttissima celebrato sabato al tribunale di Latina non hanno collaborato. Djelassi, classe 2002 difeso dall'avvocato Tony Ceccarelli del Foro di Frosinone, e Samuele Pasquale Belviso, classe 2005 difeso dall'avvocato Francesco Pietricola del Foro di Latina, si sono entrambi avvalsi della facoltà di non rispondere. Il giudice ha considerato i fatti gravi visto il ripetersi delle azioni lesive con un'arma che, seppur di vendita libera, è ritenuta pericolosa, anche in ragione delle parti del corpo colpite. Basti pensare che nei giorni scorsi, una delle sette persone finite nel mirino dei ragazzi è stata sottoposta a un intervento chirurgico in ospedale per la rimozione dei pallini della carabina ad aria compressa che avevano raggiunto la tempia.
I feriti potrebbero essere molti più di sette e i carabinieri continuano a chiedere la collaborazione dei cittadini: chi sa, parli.

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