Andreea Rabciuc, dna estratto dai denti dello scheletro trovato a Roma: da accertare data e causa morte

Sebbene il medico legale da un primo esame abbia ipotizzato che il cranio rinvenuto possa appartenere a una donna di circa 30 anni, morta un anno fa, non è sufficiente per credere che sia Andreea

Andreea Rabciuc, dna estratto dai denti dello scheletro trovato a Roma: da accertare data e causa morte
di Talita Frezzi
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Giovedì 6 Luglio 2023, 15:04 - Ultimo aggiornamento: 16:09

La verità sui resti umani rinvenuti sabato al parco del Pigneto a Roma, potrebbe essere svelata presto. Ma non è detto che sia anche la parola fine al doloroso mistero sulla scomparsa di Andreea Rabciuc, la 27enne rumena sparita il 12 marzo 2022 dopo una serata sulla Montecarottese. Perché la prudenza è d’obbligo in questo caso difficilissimo. 

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E sebbene il medico legale intervenuto al Pigneto da un primo esame esterno dei poveri resti abbia ipotizzato che quel cranio potesse appartenere a una donna di circa 30 anni, morta un anno fa, non è sufficiente per credere che sia Andreea.

 

Ieri i resti (pochi tessuti in avanzato stato di decomposizione e lo scheletro) insieme a lembi di vestiario, una fibbia di uno zainetto e una collanina d’argento, sono stati consegnati ai Carabinieri del Ris (Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche) che eseguiranno l’estrazione del Dna e le analisi genetico forensi presso i loro laboratori nella caserma Salvo D’Acquisto.

Le analisi

L’obiettivo delle analisi – richieste dal Pm romano Giulia Guccione e da quello della Procura di Ancona Irene Bilotta – è accertare con esattezza la data e la causa del decesso, oltre a dare un nome e un’età alla povera vittima.

L’estrazione del Dna avverrà sia tramite i resti ossei che la dentizione, essendo lo scheletro stato esposto ad agenti atmosferici e condizioni particolari, che ne rendono difficoltosi gli accertamenti. Ma l’indagine della Procura di Roma va oltre. Georgeta Cruceanu la mamma di Andreea, è sicura che quei resti non siano della sua adorata figlia e continua, con tutte le sue forze a sperare di poterla riabbracciare. La Pm Guccione ha chiesto ai militari dell’Arma della Compagnia di piazza Dante di analizzare la banca dati delle persone scomparse a partire dal 2020, in cerca di elementi utili alle indagini.

In Italia le persone scomparse e mai ritrovate sono ad oggi 63.620 secondo i dati del primo semestre 2021 del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, organo istituito nel 2007. Per dare un’idea, una media di 16 ogni giorno di varie fasce d’età. Una persona introvabile su 4 è una bambina, una ragazza o una donna (il 25,6% degli scomparsi sono di sesso femminile, pari a 3.465 nel solo 2020 mentre il restante 74,4% sono maschi). Un limbo in cui non solo Andreea ma tante altre giovani donne, magari della sua stessa età, sono finite. Persone la cui scomparsa è stata denunciata, le cui famiglie non smettono di cercarle. 

La prudenza 

Da qui, l’invito alla massima prudenza che il Procuratore della Repubblica dottoressa Monica Garulli ha esteso agli organi di stampa e ai media. «Si ritiene opportuno rappresentare che, allo stato, non vi è alcun elemento per attribuire i resti rinvenuti lo scorso 1 luglio a Roma alla ventottenne rumena Andreea Marcela Rabciuc, scomparsa il 12 marzo 2022 nelle campagne di Castelplanio – fa sapere il Procuratore – sono in corso i rituali accertamenti svolti dalle forze di Polizia che procedono per verificare eventuali corrispondenze tra i resti di un corpo umano, la cui identità è ignota, e persone di cui è stata denunciata la scomparsa». Prudenza, tatto e rispetto soprattutto per la madre di questa ragazza, che resta attaccata a ogni minima speranza e non ha bisogno di altri colpi al cuore. 

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