ALL’INFERNO E RITORNO
Tyson Fury è campione vero, insomma. Alla faccia di chi si concentrava più sul trash talking, sulle apparizioni in conferenza vestito da Batman, sui karaoke improvvisati alla fine degli incontri. Oltre lo showman, c’è molto di più. E come potrebbe essere altrimenti. Wilder ha curriculum da Hall of Fame della boxe. Lo stesso dicasi di Wladimir Klitschko, che nel 2015 fu costretto a cedere la sua cintura a Fury, incontrando di nuovo la sconfitta - suo malgrado - dopo più di dieci anni di trionfi. Era stato, quello, il punto di non ritorno per il Gipsy King. Sprofondato nella depressione e nelle dipendenze. Dalla paura di essere assassinato dai suoi familiari ai tentativi di suicidio, paranoie alimentate dall’alcol e dalla cocaina che causò la positività a un test antidoping e dunque la revoca del titolo mondiale e la squalifica di due anni e mezzo. Durante i quali i suoi 206 centimetri si sono appesantiti di 45 chili. Ecco: tirando una linea sotto tutto questo, appare incredibile ciò che si è visto a Las Vegas. Un campione tirato a lucido, con molta massa muscolare in più del passato e con quella capacità di ballare intorno all’avversario (e di provocarlo, come quando si mette a leccare il collo di Wilder durante un corpo a corpo) che scomoda paragoni fin troppo eccellenti.
L’OBIETTIVO
E ora? Premesso che la palla è ancora nelle mani di Wilder che, da contratto, ha 30 giorni per esercitare la clausola di rematch per il terzo capitolo della saga, è innegabile che mediaticamente avrebbe più appeal la sfida contro Joshua. Derby britannico da disputarsi in Inghilterra: roba da far venire giù Wembley e i record di incassi. Ed Eddie Hearn, manager dell’ex campione olimpico,ha già iniziato a spingere sui social in questa direzione. Ma la verità è che Joshua - che detiene le cinture Wba, Ibo, Ibf e Wbo - deve prima difendere il titolo Ibf contro Kubrat Pulev e poi quello Wbo contro Oleksandr Usyk. Quindi l’eventuale sfida con Fury non sarebbe imminente. E lui la prende con filosofia. «Se Deontay non vuole la rivincita, allora sotto con AJ», ha detto Tyson. I tempi lunghi non possono spaventare uno che ci ha messo tre anni per tornare dall’inferno.
— DAZN USA (@DAZN_USA) February 23, 2020
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