Quest’opera monumentale, che coinvolge sei cantanti solisti, un coro e un’orchestra di notevoli dimensioni per l’epoca, narra la passione e la morte di Cristo, seguendo in modo sostanzialmente fedele i capitoli 18 e 19 del Vangelo di San Giovanni. Rispetto agli altri Vangeli, quello di Giovanni è più sintetico e meno drammatico: omette infatti molti particolari, tra cui l’agonia nel Getsemani, il bacio di Giuda, il processo davanti al Sinedrio, gli oltraggi subiti in casa del Gran Sacerdote, il suicidio di Giuda, l’interrogatorio da parte di Erode, gli scherni sotto la croce, le tenebre al momento della morte. Inoltre Giovanni è l’unico a parlare della presenza di Maria ai piedi della croce.
Al racconto evangelico si aggiungono undici corali e dieci tra ariosi e arie solistiche, che esprimono le reazioni dei fedeli agli eventi narrati, le loro meditazioni e i loro sentimenti. Sono tutte pagine di grande bellezza, che alla drammaticità degli eventi della Passione alternano momenti di riflessione e di preghiera, sempre sotto il segno di una sincera e profonda religiosità. Tutti gli ascoltatori, che siano o non siano credenti, che siano o non siano esperti di musica, non potranno non essere soggiogati da questo supremo capolavoro, che tocca sentimenti e valori universali. Anche qui, come sempre, Bach ricorre alle più complesse tecniche di composizione, ma non esibisce mai la sua scienza musicale, perché le Passioni non erano riservate agli esperti ma erano eseguite nelle chiese davanti all’intera comunità dei fedeli e dovevano giungere al cuore di tutti.
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