L'innesco del fascicolo, coordinato dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Erminio Amelio, è legato ad una nota del collegio sindacale e un esposto di una associazione che risale al 2013. Agli indagati viene contestato, a seconda delle posizione, il reato di concorso in truffa aggravata ai danni di enti pubblici in relazione a due episodi ritenuti illeciti: il primo, del 6 settembre del 2011, che avrebbe indotto in errore il Cipe (quanto all'emanazione della delibera autorizzativa del pagamento), oltre allo Stato, alla Regione Lazio e al Comune, fa riferimento al pagamento di 230 milioni di euro, somma che per gli investigatori avrebbe rappresentato un ingiusto profitto a Metro C, quale Generale Contractor, in quanto «non dovuta». Il secondo che risale al novembre 2013, riguarda l'erogazione di altri 90 milioni di euro (mai avvenuta), sempre a beneficio di Metro C, quale tranche per la prima fase funzionale dei lavori, anche in questo caso finanziamenti non dovuti perchè frutto di un precedente accordo illecito (accordo transattivo). I pm contestano anche alcuni episodi di corruzione legati ad assunzioni di figli e parenti di funzionari pubblici.
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