Le condizioni di salute di Liu Xia, in peggioramento sotto il profilo fisico e psichico a causa dell'isolamento e della stretta sorveglianza, hanno di recente spinto gli esperti Onu dei diritti umani a sollecitare la Cina per una rapida soluzione. Il portavoce del ministero degli Esteri Lu Kang, riferendo giovedì che il governo «si stava interessando alle condizioni di salute», aveva lasciato intendere l'arrivo della svolta dopo che per almeno due volte il rilascio era stato bloccato all'ultimo minuto da Pechino.
«È più facile morire che vivere», aveva detto Liu Xia a inizio maggio, sfogando la sua disperazione in una telefonata con Liao Yiwu, un amico che vive in Germania e che ne diede conto su sul sito ChinaChange.org, che promuove le battaglie per i diritti civili nel Dragone. Si dichiarò pronta a morire per protesta contro gli arresti domiciliari ai quali fu costretta in assenza di contestazioni formali dal 2010, anno in cui fu assegnato il premio Nobel per la Pace a suo marito.
Liu Xiaobo, dissidente fortemente critico verso Pechino, è deceduto lo scorso anno mentre scontava una condanna a 11 anni di carcere per «incitamento alla sovversione dei poteri dello Stato» dopo aver ispirato la «Charter 08», il vasto piano di riforme e la fine del Partito comunista unico.
La sua morte, dovuta a un cancro al fegato, fece aumentare i timori sulla salute della moglie, poetessa e artista, afflitta da depressione acuta, accentuata dalla stretta sorveglianza della polizia cinese.
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