Bentornato Napolitano, il Rione Monti
in festa per il suo Presidente

Piero Stecchioli, il macellaio
di Alessia Marani
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Mercoledì 14 Gennaio 2015, 19:02 - Ultimo aggiornamento: 15 Gennaio, 08:43
ROMA - Il cuore di Monti, il rione più antico di Roma, torna a battere per Giorgio Napolitano e la moglie Clio che da mercoledì sono rientrati stabilmente nel loro appartamento di vicolo dei Serpenti, stradina all’ombra del grande palazzo centrale di Bankitalia, dietro via Nazionale.





LA FESTA

Il comitato d’accoglienza è grande: va da Piero Stecchioli, storico macellaio di via dei Serpenti («la mia famiglia abita nella suburra dal 1704»), a “Mimmo” il barbiere («ma lui, il Presidente, mi chiama per cognome, Lotorto»). L’architetto della Madonna della Neve (che ogni anno rievoca con artifici il miracolo della nevicata d’agosto a Santa Maria Maggiore) Cesare Esposito con gli altri del comitato di quartiere sta già organizzando la festa in piazza Madonna dei Monti: «Sarà sabato pomeriggio, un omaggio a un uomo che nella crisi è stato la speranza dell’Italia», «siamo sicuri che verrà», aggiunge una signora che grida «bentornato!» all’ormai ex Capo dello Stato che scendendo dall’auto blu fa un ampio gesto col cappello a salutare la folla. Un po’ di musica classica, una grande torta con sfondo romano doc e «tanto tanto affetto, perché qui Napolitano è cresciuto, qui ci sono i suoi figli e i suoi nipoti - dice Stecchioli - certo, eventuali ospiti illustri dovranno accontentarsi e stringersi un po’ sulle sedie di plastica che metteremo sulla piazza».



COMPAGNI MONTICIANI

Stecchioli si iscrisse al Pci nel ’57. Napolitano undici anni prima. «Ho conosciuto anche Togliatti - dice il macellaio - e se lui era “il migliore”, Giorgio lo è anche di più». Di gusti presidenziali Stecchioli è esperto: «Tra i clienti abituali avevo pure Pertini». E il futuro inquilino del Colle? «Sarà uno dell'Ulivo». «Prodi?». «No». «Castagnetti?». «Mah».



E poi racconta di quando «la signora Clio appena arrivata alla casa al mare in Campania non trovando nulla nel frigo mandò il caposcorta a fare la spesa e poi cucinò per tutti» e dei gusti della coppia presidenziale: «Amano la vitella, il taglio detto “a piccione” ideale per fare il bollito e l’arrosto. Anche quando erano al Quirinale, due o tre volte la settimana gli facevo recapitare la carne».



CLIO REGINA DEI FORNELLI

Alla signora Clio piace cucinare: «Quando poco più avanti era ancora aperta la frutteria di mio figlio - racconta un ristoratore - lei andava tutti i giorni a cercare la verdura di stagione per preparare il pranzo e la cena». E c’è da giurare che presto si riaffaccerà anche alle “Delizie calabre” di Tonino Russo per acquistare mozzarella di bufala e baccalà: «Ne vanno matti», dicono da dietro il bancone.

Il portone della palazzina al civico 14, casa Napolitano, si spalanca. Esce un vicino, Marcello Pignatelli. «Lui è il classico galantuomo napoletano - spiega - con la signora Clio facciamo le riunioni di condominio, con rapporti un po’ polemici... La signora è molto “tosta”, un avvocato determinato che dice in faccia le cose».



LE BASETTE COME LE VUOLE LUI

Mimmo, il barbiere, si aspetta che l’ex Presidente faccia presto capolino nella sua bottega, proprio dietro l’angolo di casa. «L’ultima volta è venuto il 30 dicembre, quindi è ora tempo un paio di giorni e sarà di nuovo qui». Mimmo è anche il barbiere di un altro ex presidente, Azeglio Ciampi e di Romano Prodi. «Una volta Napolitano venne a bottega con il nipote 15enne e mi disse “finalmente ti porto un Napolitano con i capelli”. Già perché lui piucchealtro bada a che le basette siano ben tagliate e corte, perfettamente identiche».



L'ELEGANZA

Civico 13 di vicolo dei Serpenti, Cristina Venezia è un’esperta tessitrice d’origine romena, è qui che da quindici anni gestisce lo “Spazio artigiano”. «Il Presidente? È come immaginavo fossero gli uomini italiani: è elegante, garbato, colto. Li ho sempre pensati così gli italiani e alla fine ne ho sposato uno. Quando salì al Quirinale fui felicissima, il cuore mi si riempì di gioia».



Il Rione Monti è un dedalo di saliscendi, un piccolo paese nel centro della Capitale. In via dei Serpenti c’è la terza farmacia più antica di Roma, la Farmacia Savignoni, punto di riferimento da sempre per i Napolitano. «Qui viene spesso il figlio, Giulio, professore amabile. La signora Clio quando entra lascia fuori la scorta, un gesto di grande rispetto per chi lavora dall'altro lato del bancone e per i clienti - dice Carmelia Romita, la farmacista - I Napolitano sono molto attenti al loro benessere, prepariamo spesso per loro soluzioni galeniche, come quelle antiossidanti che combattono i radicali liberi. Nostra cliente è anche la signora Patty Bravo, siamo qui da molto tempo e di riferimento per la zona. Sono convinta che rivedrò presto i signori Giorgio e Clio»
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