Fondazione Ania: «Entro cinque anni
corso universitario di sicurezza stradale»

Fondazione Ania: «Entro cinque anni corso universitario di sicurezza stradale»
di Carlo Mercuri
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Sabato 13 Novembre 2010, 17:51 - Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre, 09:25
Era l’obiettivo pi ambizioso di tutti: fare della sicurezza stradale una materia di studio universitario. Ora che il target stato centrato (la Luiss dar il via da quest’anno a corsi di educazione stradale per gli studenti del I e II anno di Giurisprudenza), Sandro Salvati sposta l’asticella più in alto ancora: «Vorrei arrivare ad istituire entro 5 anni una cattedra di Sicurezza stradale». Salvati è il presidente della Fondazione Ania e ha a cuore due cose: «Insegnare ai nostri giovani a guidare bene ma soprattutto a fare loro comprendere quanto sia importante l’osservanza delle regole. Ecco perché la sede più propria per il corso di studi è la Facoltà di Giurisprudenza. Quello della Luiss è solo il primo dei corsi che intendiamo fare. Ne seguiranno altri. La nuova classe dirigente del Paese dovrà aver chiara la “cultura delle regole”».



Perché, presidente Salvati, l’Ania si è fatta promotrice di questa iniziativa?


«Perché gli incidenti stradali sono la prima tragedia del Paese. Le statistiche più aggiornate dicono che nel 2008 i morti sono stati 4.731. Sono più di tutti i soldati americani morti in 7 anni di guerra in Iraq, sono 18 volte i morti del terremoto in Abruzzo. E’ come se ogni 10 anni venisse cancellata dalla carta geografica una città come Pordenone, come Legnano, come Avellino. Per cui ci siamo dati da fare e abbiamo investito in materia di sicurezza stradale 50 milioni di euro. Più di quanto abbia fatto lo Stato».



Quali progetti avete portato avanti finora?


«Siamo nati nel 2004 e sin da subito abbiamo lanciato, in collaborazione con la Polstrada, il progetto “Guido con prudenza”. Noi andavamo nelle discoteche a promuovere la cultura del “chi guida non beve e chi beve non guida” e la Polizia faceva i controlli. Regalavamo i biglietti per la discoteca a chiunque fosse stato trovato sobrio ai controlli. Risultato: tra metà luglio e metà agosto sulla costa romagnola c’è stato un abbattimento del 40 per cento degli incidenti».



Altre iniziative?

«“Ania Campus”, diretta al mondo delle due ruote; poi la campagna di comunicazione “Io dissuado”, con i giovani volontari che si sono sdraiati sulla strada a simboleggiare i quasi 5.000 morti all’anno. E’ stata una campagna di grande effetto, ripresa perfino dalla Bbc e da ”Antenne deux”. La campagna di quest’anno riguarderà la “Guida distratta”».



Che cos’è la “Guida distratta”?

«Gli abitacoli delle nostre auto assomigliano ormai più a salottini hi-fi e ad uffici viaggianti che ad automobili. Si pensa che il 30 per cento degli incidenti oggi avvenga per la guida distratta. Faremo una campagna di sensibilizzazione su questo problema».



Presidente Salvati, lei si batte per inoculare nella coscienza degli italiani quella che ha definito la “cultura delle regole”. Non pensa che i nostri connazionali siano un po’ refrattari in materia?

«No, perché? Abbiamo fatto tanto baccano per l’introduzione del divieto di fumo e oggi siamo diventati uno dei Paesi più rispettosi al mondo nell’osservanza del divieto, secondi solo agli Stati Uniti. Non è vero che gli italiani non siano rispettosi della norma. Certo, ci vuole qualcuno che controlli. Prenda per esempio il Tutor: nei tratti autostradali dove c’è il Tutor gli incidenti sono diminuiti del 50 per cento».



L’Ania, Fondazione creata dalle Compagnie di assicurazione che operano nel settore Auto, ha investito 50 milioni nelle campagne per la sicurezza stradale, come lei ha ricordato. Questo investimento avrà anche “ritorni” economici?


«Per stabilizzare i prezzi delle polizze auto a favore degli utenti più bravi occorre ridurre drasticamente il numero e la gravità degli incidenti stradali. Non conosco altre vie. E così facendo, ne sono certo, se ne gioverà l’intero Sistema-Paese».
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