Per scrutare insieme il 2015 abbiamo chiesto a Ferruccio Ferragamo, presidente dell'azienda di famiglia, una previsione sull'anno che verrà.
«Ho sempre pensato che anche il lusso deve fare i conti col valore del singolo bene. Parliamo di prodotti di grande qualità che tra le loro missioni hanno quella di far sognare, ma ci vuole sempre una relazione tra sogno e costo reale. Da sempre, in azienda, insisto molto sul fatto che noi produciamo lusso, ma non siamo i soli, e che dobbiamo ricordare che abbiamo prodotti in diverse fasce di prezzo».
«Dobbiamo far sognare ma con ragionevolezza».
«Per ora stiamo constatando una sensibile riduzione dei turisti in arrivo dalla Russia. Tenuto conto di quel che sta succedendo al rublo e'un dato fisiologico e, spero, temporaneo. Certo, in Europa il calo si avverte di più».
«Non io, ma ho ascoltato in diretta le impressioni di mio fratello Leonardo e dell’ad Michele Norsa che sono stati a Mosca un mese fa, il 27 novembre, per l’inaugurazione di un nostro negozio. Leonardo mancava da qualche anno e mi è sembrato fiducioso in una ripresa del mercato. In Russia abbiamo nove punti vendita, quattro dei quali a Mosca, ma costituiscono una parte minuscola nel panorama dei 630 punti Ferragamo nel mondo».
«Forse anche loro stanno evolvendo verso consumi più selezionati, meno compulsivi. E tocca a noi capire, adeguarci al cambiamento. In questo momento non vince il più forte ma il più veloce nell'intercettare i mutamenti del mercato. Quanto alla Cina, il tasso di crescita in questi anni è stato talmente alto che un rallentamento ci sta. E poi, si stanno affacciando nuove città. I cinesi le chiamano "piccole", ma per noi sono milioni di nuovi potenziali consumatori. Diciamo che sono moderatamente ottimista».
«Nel 2014 Ferragamo si è collocata nel gruppo di testa delle società quotate, sia per crescita che come redditività. È un dato che ci conforta, ma non ci rilassa. In azienda lavorano persone fantastiche e questo fa ben sperare, ma il mondo della moda è in continua evoluzione, non è il momento di riposare. Siamo soddisfatti di una crescita del 5% rispetto al 2013, questo sì».
«Nel 2014 c’è stata la ripresa di mercati dormienti come il Giappone. Abbiamo sofferto un po’ a Hong Kong, per i noti scontri che hanno visto in piazza gli studenti. Il trend si manterrà positivo se alla continua ricerca di qualità e novità si unisce il legame con la tradizione. Soprattutto se non ci rilasseremo di fronte a risultati positivi: la notorietà del marchio va guadagnata ogni giorno».
«L’e-commerce genera incassi in modo diretto e indiretto, comunica subito quel che un brand sta facendo. Siamo all’opera, i primi risultati sono incoraggianti».
«Sono un concorrente e guardo da esterno a quel che accade in casa altrui. Penso che la nomina del nuovo ceo, Marco Bizzarri, sia un’ottima mossa. Non lo conosco personalmente ma conosco le sue performance».
«Veramente no. I miei amici all'estero non me ne parlano molto. Non credo che l’Expò risolverà i problemi, c'è il rischio piuttosto che li evidenzi se non facciamo bene. Expo sarà però l’occasione per mettere in luce le nostre potenzialità. Speriamo di non sprecarla, di presentarci con i fatti. E con cose belle».