Contraffazione, la guerra di Prada contro i pirati del fashion

In un anno sequestrati oltre 670mila falsi tra capi e borsette col marchiodella maison di Miuccia e Bertelli. Denunciati 107mila post-esca sui socia

Contraffazione, la guerra di Prada contro i pirati del fashion
di Francesco Bisozzi
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Mercoledì 1 Marzo 2023, 14:29 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 07:46

Sequestrati 670.830 prodotti contraffatti sui mercati offline.

Rimosse 150mila inserzioni di vendita non autorizzate (e oltre 107mila post “esca” sui social network). Più di 400 siti web disattivati. Sono questi i numeri delle attività di lotta alla contraffazione gestite direttamente dal gruppo Prada che MoltoEconomia ha potuto visionare in anteprima e che sono contenuti nel nuovo report di sostenibilità che la multinazionale diffonderà a fine marzo. Ma questa è solo la punta dell’iceberg, visto che poi ci sono da tenere in considerazione i sequestri che le autorità di polizia compiono d’ufficio. Per avere un ordine di grandezza sul fenomeno nella sua interezza conviene dare uno sguardo all’ultimo rapporto del Censis sulle contraffazioni limitate al settore della moda. Nel 2021 hanno toccato quota 4.623 i sequestri di abbigliamento da parte della Guardia di Finanza e della polizia doganale, per oltre 3 milioni di articoli sottratti al mercato del falso, mentre i sequestri di accessori sono stati 3.325, per oltre 1,1 milione di pezzi. Numeri più che raddoppiati rispetto all’anno precedente, frenati probabilmente dalle chiusure obbligate imposte dalla pandemia.

ESPERIENZA DI MASSA

Va segnalato che l’acquisto di abbigliamento e accessori falsi si manifesta sempre più come un’esperienza di massa, che secondo il Censis coinvolge 8 milioni di famiglie italiane, il 31,2% del totale. Di queste, il 20,7% ha comprato il falso almeno una volta in modo consapevole: ciò dà la misura di quanto poco sia diffuso l’apprezzamento per il “genio artigianale” contenuto nel prodotto, probabilmente anche a causa dei prezzi altissimi ai quali viene venduto l’originale. Per tornare a Prada, la tutela della proprietà intellettuale è un tema di fondamentale importanza per la casa fondata da Miuccia Prada e dal marito Patrizio Bertelli.

Tanto che all’interno della maison opera un Dipartimento dedicato precisamente alla protezione della creatività in particolare dei marchi, del design, dei modelli iconici, del copyright e dei nomi a dominio in tutto il mondo. Ciò si è reso necessario perché il contesto di tutela del brand e dei modelli è drasticamente cambiato negli ultimi venti anni per effetto dell’online. In particolare, il controllo dell’attività sul web oggi è diventato determinante sia per il traffico dell’illecito sia per l’uso illegittimo dei marchi.

IL FAKE FASHION

Prada, per esempio, collabora con società di monitoraggio delle piattaforme e dei social network che segnalano quotidianamente situazioni sospette. Il gruppo ha anche stretto accordi con piattaforme come Amazon e Alibaba per un monitoraggio ancora più efficace. E per contrastare il fake fashion si punta sempre di più sulla tecnologia Rfid e sulla blockchain. Dal 2021 tutti i prodotti Prada sono dotati di un protocollo di identificazione a frequenza remota, tecnologia che permette di verificare l’autenticità dei prodotti e ne garantisce la tracciabilità. Non solo. Alcuni prodotti Prada sono registrati sulla blockchain del Consorzio Aura. L’utilizzo combinato di queste tecnologie ha il duplice vantaggio di creare un processo innovativo che aumenta la fiducia tra consumatore e brand, offrendo al cliente la piena trasparenza del ciclo di vita del prodotto. Prada si è anche dotata di un sistema di monitoraggio ad hoc per contrastare la vendita di Nft che violano i diritti di proprietà intellettuale e ha intrapreso azioni congiunte con le principali piattaforme di e-commerce per arginare il fenomeno dei cosiddetti “hidden links”, l’ultima frontiera della contraffazione. Il comparto tessile e della moda, con un aumento dei sequestri tra il 2020 e il 2021 del 117% e oltre il 55% del totale dei sequestri, si conferma il più colpito dal fenomeno della contraffazione. La Cina, da cui proviene il 62,3% della merce bloccata nel 2021, è il principale luogo di origine dei pezzi sequestrati. Le borse rappresentano l’articolo contraffatto più riprodotto: oltre il 72% dei 3.325 sequestri effettuati durante il 2021 ha riguardato prodotti di pelletteria e di questi il 53,3% erano borse, per un totale di oltre 100mila articoli sequestrati.

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