Expo, Alfano: «Cantone avrà più uomini e accesso a informazioni»

Angelino Alfano
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Domenica 18 Maggio 2014, 12:46 - Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 13:00

Raffaele Cantone e l'Autorit Anticorruzione oltre che pi uomini avr un accesso preventivo alle informazioni, per lavorare con un'azione di prevenzione. Lo ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano a In mezz'ora. Dobbiamo «mettere in squadra Prefettura, forze dell'ordine e Anticorruzione: con Cantone si assumeranno le decisioni necessarie», ha aggiunto Alfano. Il ministro ha rimarcato che «fin qui per l'Expo il nostro piano anti infiltrazioni ''mafia free'' ha funzionato contro la criminalità organizzata. Sulla corruzione invece c'è stata falla, ma i pm sono intervenuti per tempo».

L'intervista. «Voglio un Expo mafia-free e mazzetta-free. È la nostra vetrina e dovrà essere una vetrina cristallina. E allora subito poteri veri a Cantone, e subito scelte per fare squadra e contrastare ogni infiltrazione. Possiamo mettere insieme le competenze dell'Autorità anticorruzione e farle sposare con tutte le competenze della prefettura. Tutto questo per una straordinaria azione di prevenzione». E' quanto ha dichiarato Angelino Alfano in un'intervista ad Avvenire. Il leader di Ncd ribadisce la necessità di cambiare il decreto Irpef. «Il bonus da 80 euro va cambiato. È intollerabile che un single che guadagna 1500 euro ne abbia diritto e una famiglia che ne prende 1501 resti fuori. Chi ha due figli e guadagna 1800 al mese deve poterci contare. E così avanti: 3 figli e 2200 euro al mese di reddito, 4 figli e 2600», dice. «Il nostro emendamento è stato depositato e trattative non sono immaginabili. Noi siamo nel governo per sostenere la famiglia, Renzi lo sa». La famiglia, aggiunge Alfano, «è solo quella fatta da un uomo e una donna. Non siamo oscurantisti e siamo pronti a riconoscere diritti patrimoniali alle coppie intervenendo sul codice civile», ma «sui valori non si scherza. Credo che Renzi sia d'accordo. Peccato che nel Pd, che nella sua coalizione, siano tante le voci stonate, tanti quelli che la pensano all'opposto da noi».

Grasso. «Sull'Expo c'erano da tempo dei controlli per evitare le infiltrazioni della mafia per individuare comitati d'affari trasversali a faccendieri. Le indagini dimostrano che il fenomeno della corruzione non è scomparso». Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, oggi a Palermo. Circa la nuova legge sulla corruzione, Grasso ha detto: «Con Cantone c'è stato uno scambio di idee enfatizzato dai giornali. Ci siamo sentiti ieri. La nuova legge può dare un impulso sia sotto il punto di vista della prevenzione che della repressione della corruzione».

Orlando. «Cantone non andrà a fare gite a Milano: credo che andrà a fare quello che è necessario in quella situazione». L'ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando, a Reggio Emilia per una iniziativa elettorale Pd, commentando le parole del presidente dell'autorità anticorruzione Raffaele Cantone, chiamato dal presidente del consiglio Renzi a vigilare su Expo, e che aveva dichiarato «Non ho intenzione di fare gite milanesi, la nostra presenza ha senso se ci danno strumenti di controllo ad hoc».

Delrio. «Non possiamo fermare l'Expo. Ci sono già 140 paesi che si sono iscritti e che aspettano di venire. Ci sono certo questi avvoltoi, questi faccendieri, che fanno male all'immagine dell'Italia» ma bisogna andare avanti. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza, Graziano Delrio, intervistato da Maria Latella a SkyTg24. Delrio ha anche assicurato che il commissario Raffaele Cantone «avrà i poteri che chiede». «Ha chiesto - ricorda - di voler intervenire sulla prevenzione senza interferire sul lavoro della Magistratura».

Coop. «Nessuna tangente, tutto alla luce del sole con tanto di regolare contratto. E se i giudici di Milano lo richiederanno, glielo consegneremo per chiarire questa faccenda». Così il presidente della coop ravennate Cmc Massimo Matteucci intervistato da Repubblica. Il contratto cui allude è quello con Seinco En-ri srl, di proprietà di due figlie di Primo Greganti, l'ex ''Compagno G'', di Tangentopoli, ora al centro della nuova inchiesta milanese sull'Expo. A chi gli chiede perchè la Cmc abbia scelto di rivolgersi a Greganti che in passato aveva già messo nei guai aziende della Legacoop, Matteucci risponde che «la sua società ci è stata presentata come una di quelle capaci di creare opportunità di lavoro in Cina in quanto disponeva di appoggi e contatti. Io Greganti non lo conosco nemmeno, ma se le nostre strutture commerciali hanno deciso di stipulare un contratto con la sua azienda, evidentemente quest'ultima aveva buone credenziali. D'altra parte un costruttore cosa deve fare se non cercare di acquisire lavoro». E poi «noi mica abbiamo fatto accordi sottobanco al telefono! Tra noi e la Seinco c'è un normale contratto commerciale come se ne fanno tanti in questo settore. Un patto vincolato da regole come il nostro non può essere accusato di nessuna irregolarità». Omogenea la linea dall'ad Dario Foschini intervistato sulle pagine locali del Resto del Carlino, che alla domanda se conosca Greganti risponde «No». Quanto alle mail finite nell'inchiesta «non ci leggo nulla di penalmente rilevante. Siamo assolutamente sereni - spiega - nessuno di Cmc risulta indagato e nessuno è stato contattato al riguardo dall'autorità giudiziaria».

Chaimparino. «Non vedo proprio come si possa accomunare quel che accade a Milano con la mia candidatura. Ho fatto il sindaco per dieci anni a Torino. Abbiamo realizzato un'Olimpiade e grandi opere come la metropolitana, il passante ferroviario e l'avvio della Tav in Val di Susa. Investimenti molto grandi. Non è mai stato contestato un euro di ciò che abbiamo speso. Noi siamo anzi la dimostrazione che non esiste l'automatismo tra gradi opere e corruzione come sostengono gli sfascisti di Grillo». Lo afferma, in un'intervista a Repubblica, l'ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino, in corsa per la poltrona di governatore del Piemonte. «Io ho le mani pulite. Nessuno mi ha mai accusato di aver preso un euro. Greganti lo conosco. Ma non ha mai avuto rapporti di consulenza quando io ero sindaco», ribadisce Chiamparino, secondo cui «i piemontesi sono stufi di essere governati da gente che gioca allo sfascio. Dopo la cura Cota non credo proprio che abbiano voglia di consegnare la Regione a uno sfascista di professione come Grillo».

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