Cgm-Moving: la cooperazione sociale diventa digitale con WelfareX

Cgm-Moving: la cooperazione sociale diventa digitale con WelfareX
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Giovedì 10 Settembre 2020, 14:00 - Ultimo aggiornamento: 24 Settembre, 09:00

È stata presentata oggi a Milano la nuova e innovativa piattaforma di welfare, WelfareX, nata dalla condivisione di Cgm e Moving. Una piattaforma di libero accesso per tutti coloro che cercano risposte ai loro bisogni di welfare, dalle aziende ai Comuni, dalle Fondazioni agli enti bilaterali

Dal nome potrebbe essere un personaggio della Marvel, come azzarda Paolo Venturi, direttore del Centro Studi Aiccon: è invece un ambizioso tentativo di offrire una sintesi dei tanti modi di definire e di praticare il welfare nel nostro Paese. Parliamo di WelfareX, la “creatura” proposta dall’incontro di un grande consorzio di cooperative sociali, Cgm, con una software house di successo, Moving. È nata una srl, CgMoving e un prodotto, una piattaforma che mette insieme il welfare pubblico e privato, locale, territoriale, comunale, aziendale. “Una piattaforma integrata e multicanale che risponde ai bisogni di cittadini e famiglie, ma anche di Comuni, aziende, ambiti territoriali, fondazioni ed enti bilaterali – ha spiegato Giuseppe Bruno, presidente Cgm – che ha compiuto tre distinti passaggi nell’evoluzione del welfare in Italia: aziendale, pubblico, territoriale”.

Con 700 cooperative, 50mila dipendenti e 10mila servizi erogati il sistema Cgm si è trovato nella condizione migliore per immaginare una rete che diventasse sistema nell’orizzonte del welfare italiano. Un progetto condiviso da Moving, “che non ha voluto essere in questa operazione un semplice fornitore di servizi e soluzioni Ict, ma ha ritenuto di partecipare integralmente alla nascita di WelfareX” ha detto Luca Faustini, ad di Moving e della neonata CgMoving. L’obiettivo è quello di superare una frammentazione di sistemi, di reti, di procedure, di modalità con cui i cittadini italiani incrociano le risposte ai loro bisogni di protezione sociale.

L’emergenza Covid-19 ha accentuato la necessità di una protezione che superasse la solitudine delle persone e delle comunità. Secondo Franca Maino, docente alla Statale di Milano ed esperta di politiche sociali, si è fatta sempre più chiara la necessità di “investire sui servizi alle famiglie e alle persone, a partire dai territori in cui vivono famiglie e persone”. Per Maino si tratta di favorire l’aggregazione della domanda di servizi sociali, di individuare strumenti multicanale che favoriscano la ricomposizione sociale secondo logiche collaborative, e di sviluppare la co-progettazione di soluzioni che possano essere monitorate, misurate in relazione ai risultati conseguiti e di conseguenza costantemente ri-progettate.

La presentazione di WelfareX è stata coordinata oggi a Milano da Martina Tombari, che della nuova creatura CgMoving è la direttrice, oltre che l’animatrice. Tombari tra l’altro ha voluto ribadire la centralità dei welfare manager, gli operatori sociali che costituiscono gli elementi centrali dell’iniziativa, la componente umana di conoscenza e di integrazione che consente alla digitalizzazione di aggiungere intelligenza a una relazione con le persone e le comunità che è condizione di risposta efficace ed efficiente.

Il quadro di WelfareX rende ormai più leggibili le esperienze avviate in questi ultimi mesi da Cgm: “Una piattaforma promossa da un ambito comunale come tradatewelfare.it, una piattaforma finanziata da un progetto del Fondo Sociale Europeo regionale che si chiama abruzzowelfare.it, una piattaforma che raccoglie i servizi di tutte le cooperative di un territorio che si chiama biellawelfare.it, una piattaforma di welfare aziendale pura cgmwelfare.it, e così via. Nella “piattaforma con radici” che è WelfareX si potrà trovare la parola welfare nel nome della piattaforma, con il nome del territorio (sondriowelfare.it) o senza il nome del territorio (welfarebenecomune.it) oppure potrai non trovarla (weforli.it), ma una cosa è certa: dietro tutti questi nomi c’è solo una piattaforma: welfareX.

Il mondo della cooperazione sociale viene contaminato, o meglio, ibridato, da uno spirito imprenditoriale che non fa venire meno il mutualismo, anzi, lo trasforma in un nuovo potenziale, un “detonatore” secondo Paolo Venturi, che unisce digital e local. “In questa prospettiva la cooperazione sociale non sarà più l’ultimo vagone della filiera del welfare, ma diventa il soggetto che con la relazione con le persone e con l’intelligenza digitale, può candidarsi a guidare i nuovi percorsi di protezione sociale”.

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