Bruni e Draper, skipper d'assalto
Luna Rossa a Napoli per vincere

Bruni e Draper, skipper d'assalto Luna Rossa a Napoli per vincere
di Pino Taormina
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Mercoledì 17 Aprile 2013, 17:07 - Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 19:04
La Coppa America a Napoli, quella delle regate, comincia domani gioved alle 13,45. Ieri verso le 11 l’allegra riunione di tutti gli skipper in gara per questo atto conclusivo delle World Series nel nuovo formato itinerante voluto dai defender di Oracle per portare a spasso la vecchia brocca d’argento (Newport, Plymouth, Cascais, Venezia e San Francisco) prima della Louis Vuitton Cup.
In attesa della sfida, sognando che la brezza marina che ha dolcemente accarezzato le vertiginose ale rigide dei nove catamarani impegnati in questi giorni in allenamenti lungo la costa non smetta di soffiare, parlano gli skipper dei team in gara.



Riuniti uno addosso all’altro nella casina pompeiana della Villa comunale. Ci sono i due beniamini del pubblico napoletano, dove però uno è già più beniamino dell’altro: Francesco «Checco» Bruni e Chris Draper.



Sono gli skipper che Max Sirena ha scelto per gli AC45: nella realtà dell’America’s Cup saranno rispettivamente il tattico e il timoniere: Sirena ha deciso di «sdoppiarli» e di metterli uno contro l’altro (lo scorso anno erano insieme su Piranha con Swordifish affidato a Paul Campbell James). Bruni ribadisce: «Siamo gli idoli della città ed è vero, ci sembra davvero di giocare in casa. In nessun altro posto al mondo si vive una simile sensazione: Pierluigi De Felice ci ha spiegato che questo golfo sarà per noi come il San Paolo... Noi speriamo di trovare le risposte di cui abbiamo bisogno in vista delle regate negli Usa».



Draper sorride compiaciuto: «Stiamo bene, siamo arrivati per primi qui a Napoli, vorremmo davvero regalare alla città questo trofeo». Nessuno ha preso sul serio queste regate come qui a Napoli. Il team Prada è l’unico al gran completo: così ha voluto Patrizio Bertelli, il leader del consorzio italiano che ha investito un budget di 40 milioni per riuscire a portare in Italia l’America’s Cup.





Non è difficile prevedere, qui nel Golfo, una lotta a quattro tra le due Lune, Oracle e New Zealand. Eppure il vero personaggio di questa atto finale non è a bordo di nessuno dei quattro catamarani favoriti: è Ben Ainslie, baronetto della regina Elisabetta, che alla vela sta come Messi nel calcio. È il velista più titolato al mondo, con quattro ori olimpici. «Qui a Napoli ho trovato condizioni meteo perfette: siamo molto competitivi e vedrete a che punto siamo. Chi temo di più? Bruni è il più pericoloso di tutti, conosce bene questa acque e ho la sensazione che abbia scoperto i segreti del vento della baia di Napoli».



Ainslie sarà a bordo di Oracle a San Francisco. Per averlo nel Dream team statunitense, Larry Ellison ha dovuto sborsare diversi milioni di dollari. E in più gli ha dovuto fornire l’AC45 con il marchio Bar. Lo skipper di Emirates Team New Zealand, Dean Barker, ha un fisico con cui potrebbe tranquillamente giocare anche con gli All Blacks. Spiega: «È il miglior modo per prepararci alle regate di San Francisco: noi vogliamo vincere sempre e vogliamo vincere anche qui a Napoli».



Guarda tutti dall’alto della leadership della classifica Oracle Team affidata quest'anno a Napoli a Tom Slingsby perché i big sono rimasti a San Francisco: «È un'occasione unica per fare altra esperienza su queste barche. Noi riserve? Macché, direi che siamo a livelli tecnici altissimi». Finge di non accorgersi delle assenze di Jimmy Spithill, Russell Coutts e Loick Peyron.



C’è il debutto Roman Hagara mentre su Artemis brilla il giovane talento di Ekberg, che nella testa ha solo la versione junior della Louis Vuitton che si svolgerà a settembre, quando terminerà quella dei grandi. «Siamo qui per fare esperienza, che male c’è?». C’è che Paul Cayard, il baffo del Moro di Venezia, è rimasto a San Francisco a prepararsi alle sfide di luglio.

Mitch Booth è anche allenatore per il Team China: faceva il commentatore per la tv della Coppa America: «Il mio orgoglio è di avere imbarcato velisti cinesi: io sono l’unico a non esserlo». Yann Guichard guiderà l’equipaggio francese Energy Team: «Cosa ci auguriamo? Di non trovare le condizioni estreme di un anno fa».