I bavaresi, bisogna dirlo, hanno controllato la tendenza della sfida con una certa tranquillità specie nel primo tempo, sicuri di aver messo il risultato in sicurezza. Mandukic, del resto, ha garantito la solita profondità alla squadra e ha calciato a ripetizione verso Fabianski, Götze ha offerto il proprio contributo sia pure ad intermittenza, per la verità, Robben e Ribery hanno arato le corsie da maestri non disdegnando certo la conclusione. Ecco, proprio il francese è piombato in area dal lato corto e ha attivato Schweinsteiger, solo al centro e abilissimo a fulminare Fabianski.
L’Arsenal poco ha voluto opporre. Si è inspiegabilmente piegato ad un ritmo basso, forse rassegnato in partenza, forse speranzoso in una rimonta all’ultimo palpito. I londinesi, a stringere, non hanno affondato insomma il colpo quando avrebbero potuto e, piuttosto, sono sembrati a tratti evanescenti specie negli uomini che si volevano più attesi. Wenger ha affidato quasi tutti i compiti offensivi a Giroud, ben imbavagliato però da Dante e da Martinez, capace fra l’altro di firmare un gol subito annullato per un fuorigioco. Arteta e Özil sono andati a quarti di luna e, non per caso, l’allenatore li ha presto esentati, impalpabile davvero il loro l’apporto qualitativo. Il fischiatissimo ex Podolski ha così assunto il comando delle operazioni: ha chiamato Neuer all’intervento, ha liberato Cazorla e Oxlade al tiro e, soprattutto, ha indovinato il colpo della sera trafiggendo il portiere rivale da una posizione ravvicinata ma defilata dopo aver comunque rifilato una spallata (irregolare, almeno dalla televisione) al marcatore Lahm.
L’ultimo quarto della gara ha regalato più di un sussulto. Ancora una serie di tiri sibilati non distanti dai pali delle due porte, assalti e contrassalti frequenti ma poco convinti, un rigore fallito dal neoentrato Müller: il pallone, per capire, ha centrato Fabianski e ha danzato sulla linea fatale per due, tre secondi pieni. Un’occasione persa. Di sicuro Guardiola avrà raccolto un taccuino zeppo di appunti: una certa rilassatezza del Bayern dovrà passare inesorabilmente sotto la lente del tecnico, poco incline ad accettare gli sbalzi di intensità. Il risultato era già garantito, d’accordo, ma la sequenza dei successi bavaresi consecutivi si è interrotta ad un soffio dal 14esimo acuto: e, si sa, Pep nulla vuole lasciare al caso.
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