Anziani maltrattati in casa di cura, due arresti: erano costretti ad alzarsi alle 4.30

Anziani maltrattati in casa di cura, due arresti: erano costretti ad alzarsi alle 4.30
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Giovedì 19 Giugno 2014, 22:16 - Ultimo aggiornamento: 20 Giugno, 12:02

Anziani costretti a subire maltrattamenti fisici e psicologici, ad alzarsi dal letto alle 4.30 del mattino e a rimanere chiusi in bagno per ore come "punizione" quando cercavano di ribellarsi. Sono alcuni degli abusi emersi grazie a un'indagine della Guardia di Finanza di Milano, coordinata dal pm Luca Gaglio, che ha portato all'arresto di due operatrici della casa di cura Villa Clara di Vaprio d'Adda, nell'hinterland del capoluogo lombardo. I due amministratori della struttura, Clara Patti e Giorgia Barbera, madre e figlia, sono stati interdetti dall'esercizio della professione e altre 15 persone sono indagate.

Si tratta di medici, inservienti, infermieri e il medico consulente che operava nella struttura. Le accuse a vario titolo sono maltrattamento e abbandono di persone sottoposte alla custodia, nonchè violazione dell'obbligo di referto da parte del medico. Le indagini sono partite nel novembre 2012 della segnalazione di un militare della Guardia di finanza in servizio alla tenenza di Gorgonzola.

Sono stati quindi ascoltati i familiari degli ospiti della casa di cura, e attraverso microfoni e microtelecamere nascoste all'interno della struttura sono stati accertati numerosi episodi di abusi. Le due operatrici finite agli arresti domiciliari sono Rosa Murgo, 67 anni, e Lilia Guyda, 57enne di origini ucraine: secondo l'accusa le due donne, che «hanno dimostrato totale insensibilità alle richieste degli ospiti e un'assoluta intolleranza», per diversi mesi, spesso sotto gli occhi degli altri dipendenti, avrebbero sottoposto gli anziani a maltrattamenti fisici e psicologici «assoggettandoli - si legge nell'ordinanza di custodia cautelare del gip di Milano Luigi Gargiulo - a penose condizioni di vita».

Agli ospiti, questa è l'ipotesi, venivano somministrati farmaci scaduti o sbagliati a causa dell'assenza di un programma terapeutico. Gli anziani, quando protestavano o cercavano di chiamare aiuto, per ritorsione sarebbero stati insultati, schiaffeggiati e picchiati o costretti a rimanere a letto per giorni interi.

È poi risultato che gli infermieri lavoravano tutti in nero e senza qualifica. Le due operatrici finite agli arresti domiciliari, scrive il gip, «facevano alzare dal letto gli ospiti alle 4.30 del mattino al solo scopo di consentire ai colleghi del successivo turno serale di metterli a letto più presto» e, inoltre, li «lasciavano (...) chiusi in bagno per ore oppure li facevano attendere ore per accompagnarli in bagno».

Inoltre, prosegue il gip, «non cambiavano le lenzuola dei letti e lasciavano talvolta le ospiti senza cena». In alcuni casi, come è emerso dalle indagini, una delle anziane, affetta da demenza senile e scialorrea, è stata percossa da Rosa Murgo «con schiaffi al volto», insultata e «obbligata a bere fin quasi a soffocarla». L'operatrice, inoltre, sempre secondo l'ordinanza di custodia cautelare, aveva «abbandonato la donna per ore in bagno, ove la lasciava anche a fare colazione».

Di fronte alle lamentele dell'anziana, «ne imitava in modo sarcastico il pianto, la schiaffeggiava e la minacciava di sedarla se non avesse smesso di piangere» affermando «'adesso ti faccio la puntura così almeno la smettì». Inoltre, si legge sempre nel provvedimento del gip, durante un'ispezione, le Fiamme gialle hanno trovato gli anziani sistemati in letti «uno a ridosso dell'altro» , bagni non attrezzati per i disabili, e barriere architettoniche nonostante molti ospiti fossero costretti a muoversi su seggiole a rotelle.

E tutto questo a fronte di una retta - la struttura è privata e non convenzionata con la Regione Lombardia - che costava alle famiglie degli anziani circa 2.500 euro al mese.

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