Truffa superbonus, confermati gli arresti per gli imprenditori

Truffa superbonus, confermati gli arresti per gli imprenditori
di Pierfederico Pernarella
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Domenica 25 Febbraio 2024, 08:27 - Ultimo aggiornamento: 12:14

Il tribunale del riesame conferma gli arresti domiciliari per Angelo De Santis, l'immobiliarista di Frosinone accusato di essere uno dei dominus della presunta associazione a delinquere finalizzata ad una serie di illeciti nel settore finanziario, dalle aste giudiziarie al bonus facciate, passando per il riciclaggio, l'intestazione fittizia di beni, fatture per operazioni inesistenti. I giudici della libertà hanno respinto il ricorso in cui si chiedeva la revoca delle misure cautelari eseguite lo scorso 6 febbraio da Squadra Mobile e guardia di finanza su disposizione del gip Ida Logoluso dopo le richieste del sostituto procuratore Adolfo Coletta.

L'ESAME

Nei confronti di De Santis è venuta meno l'accusa per un capo d'imputazione per il reato di falso legato ad una compravendita immobiliare.

Per tutte le altre contestazioni mosse all'immobiliarista, il Riesame ha ritenuto sussistenti le esigenze cautelari. De Santis in prima istanza era finito in carcere, ma successivamente lo stesso gip Ida Logoluso aveva accolto la richiesta di sostituzione con i domiciliari. Resta invece in carcere Marino Bartoli, l'imprenditore di Ceccano ritenuto dalla Procura sodale di De Santis. Entrambi sono difesi dall'avvocato Angelo Testa.

Per ora l'unico al quale è stata annullata in toto l'ordinanza di custodia cautelare è il notaio romano Federico Labate, difeso dagli avvocati Alberto Bonu e Massimo Mercurelli. A scagionarlo i documenti con cui è stato chiarito che una delle compravendite immobiliari che coinvolgeva De Santis era stata fatta in maniera regolare. Ma a Federico Labate i domiciliari erano stati già da subito revocati dal gip Ida Logoluso. Federico Labate potrà riprendere anche ad esercitare da subito l'attività di notaio.


Alleviata invece la misura al padre Roberto Labate, difeso dagli avvocati Sandro Salera e Paolo Marandola, che si trovava agli arresti domiciliari ed ora invece ha ottenuto dal Riesame l'obbligo di dimora a Roma. 

LE ALTRE UDIENZA

Martedì al Riesame verranno discussi i ricorsi per la revoca delle misure cautelari all'ex amministratore delegato della Banca Popolare del Frusinate, Rinaldo Scaccia (difeso dall'avvocato Pierpaolo Dell'Anno) e al funzionario dello stesso istituto di credito Lino Lunghi (difeso dall'avvocato Massimiliano Contucci) che nel frattempo, in attesa degli esiti dell'inchiesta, è stato sospeso dal lavoro. A Scaccia, dopo le dimissioni dalla carica di amministratore delegato della Bpf, il gip Logoluso ha sostituto gli arresti domiciliari con l'obbligo di dimora.
Restano ai domiciliari l'imprenditore edili di Veroli Paolo Baldassarra e l'avvocato Gennaro Cicatiello. Entrambi, difesi dall'avvocato Giorgio Igliozzi, non hanno presentato ricorso al riesame.
 

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