Tangenti e gestione migranti, fissato il processo per Antonio Salvati

Tangenti e gestione migranti, fissato il processo per Antonio Salvati
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Giovedì 27 Giugno 2019, 17:58
Concussione per la gestione dei migranti: giudizio immediato per Antonio Salvati, l’ex sindaco di San Giovanni Incarico e ex presidente dell’unione di Comuni Antica Terra di Lavoro, arrestato il 14 giugno scorso dai carabinieri. La prima udienza del processo dinanzi al collegio penale del Tribunale di Cassino è stata calendarizzata per il 15 ottobre. Il gip del Tribunale di Cassino, nella mattinata di ieri, ha sciolto la riserva e disposto il rinvio a giudizio bypassando l’udienza preliminare, come richiesto la settimana scorsa della Procura, nella persona del sostituto procurare Alfredo Mattei. L’accusa per Salvati è di concussione continuata in danno del legale rappresentante di una cooperativa (Saverio Rea) che gestiva, per conto dell’Unione dei Comuni quando Salvati era presidente, un progetto di accoglienza richiedenti asilo politico. Una maxi tangente da 250mila euro consegnata in più tranche dal 2013 al 2017, dietro la minaccia di bloccare i pagamenti delle fatture alla coop. Salvati, come noto, dal 14 giugno scorso è in carcere a Cassino dopo un rimpallo di decisioni tra gip e Riesame sul quale è intervenuta la Cassazione. La denuncia della vittima della concussione risale al settembre 2018, quando, ascoltata dai carabinieri del Comando provinciale e dai colleghi della Compagnia di Pontecorvo, conferma di essere stata vittima della concussione continuata da parte di Salvati. Prima solo dichiarazioni ai carabinieri. Poi mette nero su bianco con una specifica querela.

LE INDAGINI
Gli atti d’indagine: intercettazioni, pedinamenti ed escussione di testimoni a dicembre 2018 portano il pm Mattei a chiedere l’arresto di Salvati. Per il pm il quadro indiziario è «grave e concordante». Le mazzette sarebbero state consegnate anche all’interno della sede dell’Unione dei Comuni a San Giovanni Incarico. «Lasciavo i soldi in un cestino della spazzatura nel bagno», ha raccontato l’uomo. Ma il gip di Cassino, a metà gennaio, rigetta la richiesta di arresto. Il pm Mattei non demorde e si rivolge al Riesame che agli inizi di aprile accoglie il ricorso del pm e ordina l’arresto, ma l’atto non è esecutivo. Salvati, infatti, può ricorrere in Cassazione, cosa che avviene nelle settimane successive. Proprio la Cassazione il 13 giugno rigetta il ricorso di Salvati e per lui, la mattina del 14 giugno, si aprono le porte del carcere di Cassino. Per la Procura la prova della concussione «è certa», per questo la settimana scorsa ha chiesto e ottenuto, nella giornata di ieri, il processo con giudizio immediato. Il processo inizierà a ottobre. Nel frattempo la difesa di Salvati studia le mosse per chiedere la revoca o l’attenuazione della misura cautelare e farlo uscire dal carcere.
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