Un cuore trafitto, un Gesù sacramentato, il simbolo del 52º reggimento e sul fondo un nome sbiadito. Scritte e disegni realizzati con un chiodo sulla gavetta utilizzata durante la seconda guerra mondiale. Il recipiente è stato rinvenuto anni fa in Bielorussia dai coniugi Respighi e dopo accurate ricerche e studi sul Reggimento Artiglieria, si è risaliti al proprietario, un cittadino di Sora nato nel 1922 di nome Antonio Tersigni. Una scoperta avvenuta alcuni anni fa in modo del tutto casuale. Tra pochi giorni quell'oggetto militare tornerà nelle mani dei familiari ed in particolare dei tre figli dell'uomo, un'anziana che vive a Sora e due che arriveranno presto dal Canada per ricevere la gavetta del loro papà.
IL RACCONTO
«Erano gli anni del post Chernobyl quando tante persone si recavano in quelle zone per adottare i bambini - racconta il Capogruppo Alpini di Sora Massimo Facchini - ed i coniugi Respighi dal Nord Italia partirono con un camper alla volta di quei territori.
Ad illustrare il ritrovamento e la storia della gavetta di Antonio Tersigni e degli altri cimeli ritrovati, sarà l'inviato della trasmissione Rai "Chi l'ha visto" Fabrizio Franceschelli giornalista e storico della seconda guerra mondiale. E c'è da credere che sarà un momento di grande commozione e partecipazione. Con la consegna di questi "pezzi di vita vissuta", dalle piastrine identificative o come in questo caso di una gavetta, gli Alpini onorano infatti la memoria di chi le portò o utilizzò. Queste lodevoli iniziative rappresentano un dovuto messaggio di solidarietà e vicinanza verso chi ha vissuto quelle tragiche vicende e verso i loro famigliari per i quali un semplice oggetto metallico rappresenta molto molto di più. Avrebbero dovuto rientrarne in possesso già due anni fa ma a causa della pandemia da Covid e le restrizioni governative la cerimonia, tanto attesa ed organizzata dagli alpini, venne rimandata all'anno successivo. Lo scorso anno la figlia ha avuto dei problemi di salute e per questo non si è ritenuto opportuno riorganizzare l'evento. Il 2023 è l'anno giusto e tutti e tre i figli di Antonio Tersigni si ritroveranno insieme per stringere fra le mani un oggetto che il loro padre teneva con sé ogni giorno, in uno dei momenti più bui della storia dell'Italia, del mondo e di ogni persona che aveva un familiare lontano in guerra.