Sante Cipollone in carcere per omicidio, la sua casa a Sora è un pericolo. I residenti: «Vogliamo pulire, ma nessuno ci autorizza»

L'uomo si trova in prigione per l’omicidio del giardiniere Mario Grossi, avvenuto dieci anni fa

Sante Cipollone in carcere per omicidio, la sua casa a Sora è un pericolo. I residenti: «Vogliamo pulire, ma nessuno ci autorizza»
di Roberta Pugliesi
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Domenica 14 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 07:14

Serpenti, topi, cattivi odori, un’auto abbandonata, fieno marcescente, vegetazione altissima. Degrado ovunque si guardi. È quello che resta della casa dove viveva Sante Cipollone in carcere per l’omicidio del giardiniere Mario Grossi avvenuto esattamente 10 anni fa, il 13 aprile 2014. La casa sorge di fronte l’ex scuola, attualmente sede di un’associazione culturale. Non era di proprietà di Cipollone, ma di un familiare della madre che nel frattempo è deceduto. Da allora quella casa, situata lungo la strada, è rimasta chiusa, senza che alcuno - fra gli eredi del proprietario deceduto - si occupasse della sua manutenzione e della pulizia degli spazi esterni. Per questo versa in condizioni in indecorose rivestendo, fra l’altro, anche un pericolo perché in caso di incendio le fiamme si propagherebbero velocemente interessando le abitazioni contigue.

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L'esposto dei residenti

I residenti di via Compre hanno presentato un esposto ai vigili urbani. «Non siamo in un posto isolato dal mondo ma semplicemente in via Compre, nel comune di Sora - spiega uno degli artefici della protesta - In questa casa abitava una persona che ha avuto problemi con la legge e che é proprietà di una persona da tantissimi anni deceduta, ma che ovviamente ha degli eredi. È stato presentato un esposto presso il comando dei vigili urbani di Sora che, dopo un sopralluogo, hanno protocollato lo stesso e dato in gestione la pratica all'ufficio Ambiente del comune.

Lo stato è questo con tutti i problemi legati all'arrivo della stagione calda che, oltre al degrado ambientale, crea an che dei problemi per la sicurezza e l’igiene. Mi meraviglio del fatto che di fronte ci sia un ex edificio scolastico in gestione di associazioni del posto, senza considerare che è stato istituto un comitato di quartiere e che le forze dell'ordine transitano in zona almeno tre volte al giorno. E non parliamo poi del fatto che esiste un esposto protocollato e in mano all'ufficio competente».

La richiesta

La situazione è certamente particolare. La persona che utilizzava la casa si trova in carcere e ora non è chiaro chi debba occuparsi della sistemazione dell’area. I residenti hanno anche chiesto di essere autorizzati a bonificare a proprie spese l’area pur di tenere sistemata la zona e soprattutto evitare che topi e serpenti attraversino la strada continuamente entrando nelle proprietà altrui. Al momento, però, non hanno avuto riscontro e quindi non possono in alcun modo oltrepassare la proprietà e pulire. «Dobbiamo aspettare che il signor cipollone esca di prigione? Oppure possiamo sperare che qualcuno si preoccupi di questo scempio?», si domanda ancora un residente.

A conti fatti l’attesa non dovrebbe essere lunghissima. Sante Cipollone era stato condannato in primo grado con il rito abbreviato a 17 anni di reclusione. Successivamente il 21 febbraio 2017 il giudice ha ridotto la pena a 14 anni non riconoscendo l’occultamento di cadavere. Cipollone uccise Mario Domenico Grossi il 13 aprile 2014, in località Compre lungo una sponda del fiume Liri, con la complicità dell’amico Angelo Pellegrini, deceduto alcuni mesi fa. Fu un omicidio efferato che suscitò sgomento e orrore nella popolosa contrada di Sora dove tutti si conoscono e conoscevano Mario, Sante e Angelo. L'ex giardiniere venne dapprima riempito di botte dai due "amici" poi scaraventato nel fiume Liri. Dopo estenuanti ricerche da parte dei sommozzatori la terribile scoperta del cadavere impigliato fra la vegetazione a margine del fiume.

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