Rinunciano alla prima gita scolastica dopo la pandemia per partecipare alla festa di compleanno della loro compagna di classe disabile. È una storia di amicizia, solidarietà e inclusione, quella che arriva al termine della Settimana Santa dall'Istituto di istruzione superiore di Pontecorvo. I protagonisti sono i ragazzi della classe Quarta sezione C del Liceo Scientifico. Nei giorni scorsi la dirigente scolastica Lucia Cipriano se li è visti presentare tutti insieme: «Preside, noi preferiamo rinunciare alla gita».
Era tutto pronto per cominciare a pensare al viaggio di cinque giorni in Sicilia tanto atteso. Anche perché sarebbe stata la prima gita scolastica dopo l'emergenza Covid. Ma loro, ragazzi tra i 17 e 18 anni, quando hanno saputo che per questioni organizzative la data di partenza era slittata e coincideva con il giorno dalla festa di compleanno dalla loro compagna disabile, non hanno esitato: «O partiamo tutti o nessuno». È bastato qualche momento di confronto per arrivare alla decisione unanime. A quel punto lo hanno comunicato ai docenti, alla dirigente e ai loro genitori.
«Non vogliamo lasciare sola la nostra compagna, lei è una di noi, non è giusto che festeggi il compleanno senza i suoi amici.
Gli amici hanno deciso di farle il regalo più bello, di quelli che non hanno prezzo, nel nome dell'amicizia. Anche perché lei non è mai mancata ad ogni evento, dal Carnevale ai compleanni. E quindi la decisione di non partire, che non ti aspetti da ragazzi che giustamente fremono dalla voglia di divertirsi, è venuta naturale, frutto di una maturità e di un approccio alla vita nel solco dei valori di inclusione e amicizia. «Sono stati eccezionali, hanno deciso tutto da soli. Questo come scuola ci rende orgogliosi», dice la preside. Poi aggiunge: «Segnaleremo il gesto al Presidente Mattarella per il riconoscimento che viene attribuito agli alfieri della Repubblica».
LA MADRE
«Una decisione che abbiamo particolarmente apprezzato - ha detto la madre della giovane - Sono ragazzi eccezionali capaci di compiere un gesto così bello. Non possiamo che dire: grazie, grazie di cuore».
Ma la madre ci tiene a lanciare anche un appello: «Abbiamo tanto da imparare da questi ragazzi. Oggi chi convive con la disabilità, purtroppo, si trova ad affrontare tanti disagi, soprattutto in ambito pubblico (strade a marciapiedi), ma anche nella scuola. Ci sono ancora troppe barriere architettoniche, troppi ostacoli materiali che impediscono, spesso, la mobilità e la piena attuazione dei diritti riconosciuti ai disabili».