Neonato morto, undici indagati: la verità nella perizia

Neonato morto, undici indagati: la verità nella perizia
di Vincenzo Caramadre
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Mercoledì 28 Giugno 2023, 09:23 - Ultimo aggiornamento: 15:18

Neonato morto, una super perizia per la verità. A disporla il Gup del tribunale di Cassino, Massimo Lo Mastro, dinanzi al quale è approdato il procedimento penale che vede coinvolte undici persone tra medici, ostetrici e infermieri all'epoca dei fatti in servizio all'ospedale Santissima Trinità di Sora. Per tutti la procura ha ipotizzato il reato di concorso in omicidio colposo. Attraverso una serie di condotte, negligenti e imprudenti, ritardando il parto avrebbero compromesso il quadro clinico del neonato, tanto da causarne, «in maniera colposa», la morte. Ma ora il giudice Lo Mastro vuole vederci chiaro e attraverso una super perizia medico-legale e ostetrica, intende appurare le presunte e singole omissioni o azioni che avrebbero contribuito al decesso del piccolo. Per questo è stato affidato l'incarico a due professionisti, il dottor Biondo e il dottor Tartaglia. Nella stessa sede, l'udienza che c'è stata martedì scorso al tribunale di Cassino, il Gup ha rigettato due eccezioni preliminari delle difese: l'incompetenza territoriale del tribunale di Cassino a favore di quello di Roma (dov'è avvenuta la morte del piccolo dopo il trasferimento) e quella sul capo d'imputazione ritenuto generico. Il Gup ha accolto, invece, la costituzione di parte civile dei genitori e dei nonni, arrivata tramite l'avvocato Filippo Visocchi che rappresenta la famiglia.

LA RICOSTRUZIONE

Erano stati proprio i parenti del piccolo a presentare denuncia dopo il decesso, con la quale è stato chiesto ogni accertamento utile per capire l'intera dinamica della tragedia.
La vicenda che riguarda il piccolo risale al 2020, quando la madre, dopo il normale periodo di gestazione, si reca in ospedale a Sora e il 18 aprile, mette al mondo il bambino.
Sin da subito, però, il neonato mostra gravi problemi respiratori tanto da farne disporre, dopo alcune ore di degenza al nido del nosocomio sorano, l'immediato trasferimento presso il Policlinico Umberto Primo di Roma. Qui dopo diverse settimane di ricovero, il 19 giugno 2020, improvvisamente, il piccolo muore. La causa del decesso, stando alle ipotesi del sostituto procuratore Marina Marra che ha coordinato le indagini, parla di «lesioni alla nascita, ischemia, insufficienza respiratoria e convulsioni, fino alla morte improvvisa». I medici e gli altri sanitari, nel dettaglio, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbero ritardato i tempi del parto. Tant'è che le indagini si sono svolte proprio su questo aspetto, vale a dire la tempistica del parto e i tracciati eseguiti per monitorare il feto. Ma ora c'è da inquadrare le presunte responsabilità dei singoli sanitari coinvolti. Nutrito il pool di difesa degli imputati nel quale compiano gli avvocati Paolo D'Arpino, Renato Rea, Pietro Pomanti, Simone Galluccio, Riccardo Lutrario, Francesco Germani, Federica Lancia e Augusto Casinelli.

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