Ferita con un chiodo, muore per un'infezione: aperta indagine sul decesso di una donna di 62 anni

Il caso risale allo scorso aprile a Cassino, la Procura ha disposto una consulenza medica dopo la denuncia dei familiari

Il tribunale di Cassino
di Vincenzo Caramadre
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Mercoledì 12 Ottobre 2022, 08:57

Muore per choc settico dopo essersi punta con un chiodo arrugginito sotto al piede: la procura dispone una consulenza medico legale. È il caso di una 62enne di Cassino deceduta la scorsa primavera all'ospedale "Santa Scolastica" di Cassino e sulla quale sono in corso indagini dei carabinieri, a seguito della denuncia-querela presentata dai familiari.

L'accertamento di medicina legale sarà fondamentale per ricostruire gli ultimi giorni di vita della donna e tutte le somministrazioni di farmaci.

Al momento s'indaga contro ignoti, anche perché non sarebbero stati disposti accertamenti tecnici non ripetibili, per i quali sono previste le garanzie difensive. La vicenda della 62enne, conclusasi in tragedia, inizia nella prima settimana di aprile, quando accidentalmente la donna, mentre cammina, si punge con un chiodo sotto ad un piede.

Apparentemente nulla di grave, tranne il fastidioso dolore del momento, per cui la donna prosegue nella routine quotidiana. Per scrupolo, però, visto che il chiodo era palesemente arrugginito, si reca dal medico di famiglia il quale le prescrive la classica antitetanica associata ad un antibiotico. Con il passare delle ore, nonostante la cura prescritta, il dolore aumenta, per cui si reca al pronto soccorso di Cassino. Viene refertata e sottoposta, come da protocollo di pronto soccorso, all'esame del sangue e ad una radiografia al piede interessato al trauma.


Poche ore dopo, nel pomeriggio dello stesso giorno viene dimessa con un piano terapeutico da attuarsi in ospedale, in una sorta di day-hospital, dove la 62enne si reca per poi tornare a casa. Una somministrazione dei farmaci tenuta strettamente sotto controllo dal personale sanitario. Per ulteriore scrupolo, nei giorni successivi si sottopone anche ad esame eco-color-doppler per la valutazione arteriosa del piede interessato al trattamento in corso. E da questo momento che il quadro clinico comincia a preoccupare. Più passano le ore e più si complica fino ad aggravarsi.

La mattina del 16 aprile arrivata in ospedale per il trattamento farmacologico che le era stato dato dal pronto soccorso, ma il medico ne dispone l'immediato ricovero in codice rosso. Viene portata in corsia e da qui poi in sala operatoria per un intervento urgente al piede, ma nel blocco di rianimazione muore all'alba del 17 aprile.

Un decesso sulla quale i familiari vogliono appurare ogni aspetto. Per questo nella denuncia presentata a giugno scorso contro ignoti alla stazione dei carabinieri di Cassino hanno chiesto di accertare eventuali responsabilità di terzi nella morte della 62enne e chiesto al fine di avere il quadro completo, anche la riesumazione della salma. Ora con la consulenza della procura verranno chiariti tutti gli aspetti.
 

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