Dalla fontana Bussi al Campanile, monumenti snobbati

Dalla fontana Bussi al Campanile, monumenti snobbati
di Gianpaolo Russo
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Sabato 19 Novembre 2022, 08:22 - Ultimo aggiornamento: 15:47

Non ne ha tantissimi. E quei pochi che possiede, però, versano quasi tutti in abbandono. Sono alcuni dei monumenti-simbolo del capoluogo spesso trascurati e maltrattati, segno di una storia che non si vuol custodire nel migliore dei modi e della scarsa sensibilità verso ciò cui un'intera comunità di cittadini dovrebbe amare, andarne fiera e curarli al meglio.
A sollevare il problema ieri è stato il consigliere di opposizione Angelo Pizzutelli: «Se l'amore e l'attenzione di un'amministrazione comunale si dovesse misurare con l'attenzione posta verso i propri monumenti, quella di Frosinone è all'anno zero». Così il capogruppo del Pd lancia un monito verso l'amministrazione Mastrangeli di prendersi cura dei simboli del capoluogo. A cominciare dalla malconcia fontana Bussi, quella ubicata nei pressi del ponte del fiume Cosa in zona De Matthaeis. Si tratta di uno dei fontanili più pregiati e storici della città realizzato nel lontano 1774 che porta il nome dell'antico governatore di Campagna e Marittima (Giovan Battista Bussi) e che fungeva da ristoro per i passanti della via Latina i cui resti emergono in zona Brunella e a due passi dall'anfiteatro romano e dalle ville imperiali scoperte di recente in via San Giuseppe. «Che fine ha fatto il restauro di questo storico fontanile? si chiede il consigliere di opposizione Angelo Pizzutelli Quali sono i problemi che ne impediscono la riqualificazione visto che sono tanti mesi che i lavori si sono bloccati senza mai ripartire? Assistere oggi alle pietose condizioni in cui versa, fatiscente e rovinato in più punti e transennato da squallide recinzioni da cantiere, è come decretare l'abbandono da parte dell'amministrazione alla cura dei propri monumenti simbolo. Frosinone purtroppo non ne ha molti ma quelli che possiede versano in condizioni pietose e l'attenzione non è mai all'altezza. Basti pensare per quanto tempo il monumento simbolo del capoluogo, il campanile, è stato spento o con le lancette rotte. Serve maggiore attenzione e cura verso i propri simboli».

GLI ALTRI SIMBOLI

E a proposito del campanile. Se è vero che le lancette sono state riparate, i quattro quadranti dell'orologio (uno su ognuno dei lati del campanile) sono sporchi ed anneriti dal tempo ed in alcuni punti i numeri si sono scostati. Eppure il campanile rappresenta il monumento principale della città.
Così come da ripulire e valorizzare sono diverse statue del capoluogo, quello ad esempio dedicato alla Ciociara su viale Roma che andrebbe ripulito ed illuminato, oppure lo storico campanile delle Fontanelle in via Ciamarra così come i tanti reperti archeologici emersi nel corso dei decenni ma mai valorizzati. È il caso dei resti della via Latina a Brunella, del complesso termale di via De Matthaeis, della villa di età imperiale in via San Giuseppe. Resti di un antico splendore della città abbandonati dopo la scoperta. Come avvenuto con i resti di un anfiteatro romano di tutto rispetto realizzato tra la fine del I secolo e l'inizio del secondo. Scoperto a metà anni 60 venne per lo più distrutto dalle ruspe per la costruzione di diverse palazzine. Oggi, a mala pena, lo si intravede tra le diverse colonne di cemento armato che sostengono il fabbricato. Non è vero, quindi, che Frosinone ha poca storia. Dall'antico popolo dei Volsci sino all'età più moderna i resti salvati miracolosamente dal pesante bombardamento che colpì la città nella seconda guerra mondiale ci sono. Quello che è mancato sinora è stata la loro valorizzazione.
Gianpaolo Russo
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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