Ufficialmente sarebbe stata licenziata per ragioni di bilancio, ma secondo i suoi legali alla base del suo allontanamento ci sarebbe il fatto che l’ex compagno la perseguitava e molestava sul posto di lavoro. Al centro della vicenda una 40enne di Veroli, ex dipendente di un’agenzia interinale.
La donna ora, attraverso gli avvocati Andrea Arcese e Francesca Ruggeri (operatrice dell’associazione antiviolenza “Fammi Rinascere”), ha impugnato il licenziamento sostenendo di essere stata discriminata. Secondo la donna e il suo legale, la motivazione ufficiale - un calo nel fatturato - sarebbe stata soltanto una scusa. La verità, secondo gli avvocati, è che la 40enne di Veroli, ha perso quel posto a causa delle ripetute molestie da parte dell’ex convivente che quasi quotidianamente si recava negli uffici dove lavorava per maltrattarla ed insultarla.
«Abbiamo puntato sulla illegittimità e la discriminazione che sono state messe in atto nei confronti della dipendente in quanto i superiori erano a conoscenza che la donna fosse stata presa in carico da un centro antiviolenza - spiega l’avvocato Francesca Ruggeri - Per tale motivo la dipendente aveva diritto anche ad alcune ore di congedo proprio per recarsi nella sede dell’associazione che la stava aiutando soprattutto a livello legale». «Adesso - aggiunge l’avvocato Andrea Arcese - i responsabili saranno chiamati a dimostrare questo calo del fatturato, motivazione per la quale la mia assistita sarebbe stata licenziata».
LE MOLESTIE
La donna aveva rotto con il compagno, un 46enne di Ceccano, dal quale aveva avuto anche una figlia, che oggi ha nove anni.
«Purtroppo non c’è la giusta attenzione nei confronti di queste situazioni - commenta l’avvocato Ruggeri - Per non parlare dei tempi lunghi per ottenere un provvedimento restrittivo. Come associazione auspichiamo una maggiore sensibilità da parte delle istituzioni».
Intanto la donna, nelle more della causa di lavoro, si è già rimboccata le maniche per trovare un nuovo lavoro.