Marco Frasca e Silvia Rabotti, i medici di Colfelice lasciano il posto di lavoro per curare i poveri in Africa

Si sono dimessi dall'ospedale di Aprila e sono partiti per una missione umanitaria in Kenya

Marco Frasca e Silvia Rabotti, i medici di Colfelice lasciano il posto di lavoro per curare i poveri in Africa
di Vincenzo Caramadre
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Giovedì 8 Febbraio 2024, 09:41 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 18:37

Lasciano il lavoro, la stabilità economica e professionale per trasferirsi in Africa a curare i poveri. Quella di Marco Frasca e Silvia Rabotti, una coppia che vive a Colfelice, è un storia di amore, d'impegno umanitario, ma soprattutto di coraggio. Il coraggio di mollare tutto, fare le valigie con la giovane famiglia e donarsi agli altri. Lui ostetrico di Colfelice, lei medico di Arpino, entrambe dipendenti dell'ospedale di Aprilia, hanno rassegnato le dimissioni e ora sono in partenza per il Kenya, verso il Fatima Hospital di Ongata Rongai: andranno a gestire e ad operare nella struttura locale. Partiranno a fine mese, andranno a svolgere la loro professione accanto alle popolazioni del posto, con loro partiranno anche le bambine di 9 anni e 4 mesi, frutto del loro amore. Vivranno lì.

IL RACCONTO

«E' stata una scelta maturata nel tempo dopo le missioni svolte in Africa, abbiamo capito che lì c'è molto da fare e noi non vogliamo sottrarci», racconta Marco che da più di dieci anni assieme a Silvia calca le zone più degradate del continente africano. «Il nostro impegno nasce nel 2009. In quell'ano decidemmo di partire per il Kenya per una esperienza di volontariato in un orfanotrofio. Non sapevamo che l'Africa sarebbe entrata nel nostro cuore e che avremmo iniziato a fare anche nostre le sfide vissute ogni giorno da chi appartiene a quel mondo che spesso è visto come troppo lontano per potersene interessare.  Da questo sentimento, da questa necessità di aiuto, è nata l'associazione "We're all  Africa" che negli anni ha sostenuto progetti e missioni a sostegno di orfanotrofi e ospedali in Kenya». Hanno mollato tutto e le rispettive famiglie di origine hanno sostenuto la scelta. «Non è stato semplice, soprattutto perchè porteremo con noi anche le bambine, ma tutti hanno abbracciato la nostra decisione», dice Marco.

I PROGETTI

I progetti sostenuti dell'associazione "We're all  Africa", gestita da Marco e Silvia, sono dislocati tra ospedali e villaggi del Kenya. L'ultimo in ordine di tempo è stato il sostegno al Fatima Hospital di Ongata Ronga. C'è poi ' ospedale di tikit. Il villaggio di Tikit si trova in una delle regioni più aride e remote del Kenya. Le tribù di questa zona vivono lontane da ogni forma di civiltà e sono ancora legate alla medicina tradizionale e alla loro primordiale. Il progetto "Loving hands", invece, è una casa che accoglie circa 50 bambini e ragazzi HIV-positivi rimasti orfani o abbandonati per la loro patologia. "Essere sieropositivi in Kenya vuol dire essere emarginati, non considerati e soprattutto essere privati di qualsiasi forma di dignità e, a volte, della vita stessa», si legge nella presentazione del progetto.

LE REAZIONI

La loro è una storia che inorgoglisce quanti ne sono venuti a conoscenza. A cominciare dai concittadini di Colfelice. «E' una storia che, a tratti, per l'amore e lo spirito di altruismo dal forte impegno cristiano, lascia senza parole. Conosco molto bene Marco e Silvia, sia perché sono concittadini sia come famiglia. Sono l'orgoglio della nostra comunità», ha detto il sindaco Bernardo Donfrancesco. La settimana prossima, sabato 17 febbraio, ci sarà un doppio evento per salutare Silvia, Marco e le loro bambine. E' prevista una messa e nella chiesa parrocchiale di Colfelice, poi al Palazzetto dello Sport ci sarà una mostra fotografica curata da Luca Grossi, con le attività ricreative del gruppo Scout di Roccasecca. Ma non è la sola iniziativa. Qualche giorno prima, lunedì 12 febbraio all'Università di Cassino ci sarà un convegno dal titolo: "La terra degli ultimi, volontariato in Africa tra carità e giustizia". Interverranno Silvia e Marco.
 

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