A San Donato Val di Comino divampa la polemica dopo l’abbattimento dei platani secolari che, da decenni, adornavano la centrale piazza Matteotti, lungo via Piave. Dopo la decisione del Comune, la protesta è partita sui social. E' insorto prima l'Archeoclub d'Italia, con la presidente della sede “Val di Comino”, professoressa Rosanna Tempesta, che con un post ha duramente contestato l'intervento parlando di “scempio”, di “ennesimo e sconsiderato taglio” e di “devastazione”. “Come si può accettare un simile scempio senza fiatare e come si permettono i nostri amministratori pro tempore di fare queste scelte così radicali. Vergogna” ha scritto la presidente dell'Archeoclub.
A esprimere forte disapprovazione per l'espianto degli alberi in pieno centro sono stati anche diversi cittadini, anche chi, originario del paese, ora vive in altri luoghi.
A prendere posizione è stata poi l’opposizione consiliare, sempre con un post, apparso sul gruppo “Salotto sandonatese”, a firma del consigliere Enrico Perrella. «Penso che quanto consumatosi sui platani di via Piave - spiega - sia uno spartiacque politico, sociale e culturale per il doloroso colpo inferto all’identità di San Donato.
Il collega d’aula Mario Antonellis, sempre con un post, ha sottolineato: «Non mi fermerò certo alla semplice protesta. La cosa più triste però è che qui si è voluto calpestare per sempre il senso di comunità».
A quanto pare, secondo quanto filtra dal palazzo comunale, gli alberi sarebbero stati tagliati nell’ambito di un progetto di riqualificazione della piazza approvato dalla Giunta. Ad ogni modo il caso sembra destinato a far discutere a lungo: nel frattempo, i platani non ci sono più.
La presidente dell'Archeoclub, tornando sull'argomento, ha anche fornito qualche cenno storico sui platani ora eliminati: “Gli alberi tagliati il 3 novembre 2022 furono messi a dimora nei primi anni Trenta del 1900. In tutto il paese furono piantumati 200 “Platanus orientalis” per lire 400, la marca da bollo di lire 5 e l’imballo di lire 35 comportarono una spesa di lire 435,50, così come da fattura rilasciata al Comune il 28 ottobre 1933”.
Sul caso è intervenuto anche il presidente dell'associazione “Genesi”, Domenico Cedrone, che, in un post, si è soffermato sull'”importanza storica dei nostri platani”: “Nel 1930, Guido Massa pronunciava un discorso col quale manifestava la sua intenzione di mettere a dimora 76 piante, quanti erano i nostri caduti della Grande Guerra”.