Maltrattamenti sulla ex convivente, rapina, danneggiamento e percosse nei confronti del suocero. Questi i reati per i quali il giudice ha deciso di condannare A.V., un frusinate di 32 anni, a quattro anni, cinque mesi e dieci giorni di carcere.
I fatti risalgono al settembre dello scorso anno quando l’uomo nonostante la separazione con la compagna aveva continuato a perseguitarla perché a suo dire gli impediva di vedere il figlio. L’ultima volta che l’aveva aggredita, l’aveva inseguita con la macchina costringendola a fermarsi. Poi con un calcio aveva rotto il vetro anteriore dell’auto ed aveva spinto la donna fuori dall’abitacolo. Subito dopo l’aveva colpita con uno schiaffo e dopo averle strappato la maglia le aveva sottratto il telefono, le chiavi dell’auto ed anche le scarpe per impedirle di scappare a piedi. Precedentemente l’uomo aveva anche aggredito il suocero colpendolo alla nuca. L’aggressione non aveva avuto esiti più tragici soltanto perché l’anziano che si trovava nei pressi della Questura aveva trovato rifugio negli uffici del palazzo di Via Vado Del Tufo. Già nell’ottobre del 2012 l’imputato aveva sparato a bruciapelo un colpo di pistola diretto al suocero che non aveva mai approvato la sua relazione con la figlia.
LA DENUNCIA
Ed è stato proprio per l’amore di quel bambino che la mamma ha deciso di presentare denuncia. L’ex compagno le aveva già detto che le avrebbe reso la vita impossibile e che se voleva stare serena doveva espatriare. Rappresentata dall’avvocato Gianmarco De Robertis, la donna ha raccontato in aula tutte le angherie, le vessazioni ed i soprusi subiti a causa di quell’ex compagno che non si era mai rassegnato alla fine della loro relazione. Il giudice alla luce degli elementi portati in aula dalla pubblica accusa si è pronunciato per la sentenza di condanna.