Frosinone, nell'edilizia spariti seimila posti
I costruttori: «Serve riaprire i cantieri»

Frosinone, nell'edilizia spariti seimila posti I costruttori: «Serve riaprire i cantieri»
di Stefano De Angelis
4 Minuti di Lettura
Venerdì 22 Febbraio 2019, 17:04 - Ultimo aggiornamento: 17:07

«Il settore delle costruzioni in Ciociaria vale quanto quattro stabilimenti Fca di Piedimonte, che ha più di tremila dipendenti. Per questo merita attenzione, non può essere ignorato da politici e amministratori locali. Se non ripartirà subito, la crisi finirà per essere letale». È questo il grido di dolore e allarme, ma al tempo stesso un disperato appello, del presidente dell’Ance (associazione dei costruttori) di Frosinone, Angelo Libero Massaro. Si è insediato da qualche mese e nella prima uscita pubblica ha fotografato la «drammatica» situazione del comparto e indicato la rotta da seguire per la ripresa. «Altrimenti il rischio di implodere si fa sempre più concreto», ha sottolineato.

LA CRISI
Dal 2008 in provincia di Frosinone l’ edilizia ha vissuto uno dei periodi più neri, un crollo progressivo: più di mille imprese hanno chiuso, si è dimezzato il numero di maestranze iscritte alla cassa di categoria, da 12mila a 6mila, e soprattutto c’è stata una forte riduzione della massa salariale, da 120 milioni di euro a 53 milioni. Numeri impietosi. «Nel 2018, rispetto all’anno precedente, questa emorragia ha viaggiato a una velocità più contenuta, ma sempre sul solco della sofferenza - ha aggiunto Massaro -. Sono sparite altre 43 imprese, -3 per cento (quelle attualmente iscritte sono 1.168, quasi tutte con una media di cinque dipendenti), mentre è cresciuto del 3 per cento il volume dei salari versato alla cassa edile, dello 0,14 il numero dei lavoratori attivi (5.739) e dello 0,85 quello delle ore di attività. Ad oggi il settore delle costruzioni, fondamentale per l’economia locale, compreso l’indotto conta circa 16mila addetti, pochi rispetto alla vocazione del territorio».

LA MORSA DEI MALI
Massaro ha poi delineato i mali che affliggono l’ edilizia. «La burocrazia, un iter farraginoso unito alla complessità del codice degli appalti, ci sta massacrando, è la madre di tutti i problemi. Le conseguenze sono cantieri fermi e finanziamenti non trasferiti. È necessario, dunque, sbloccare gli investimenti e le opere in fase di stallo. C’è anche la questione dei permessi a costruire: ne vengono rilasciati sempre di meno, basti pensare che nel Lazio il calo, in dieci anni, è stato dell’80,9 per cento e in Ciociaria dal 2015 al 2016 del 20 per cento. Quando vengono concessi, poi, passano anni dalla richiesta». La speranza per ridare slancio alla filiera è vista nel decreto Semplificazione.

IL FRONTE DI POLEMICA
Il numero uno di Ance Frosinone, parlando delle infrastrutture in Ciociaria, ha anche pungolato sindaci e amministratori regionali e provinciali. «Sono lontani, quasi assenti. Nessuno discute delle criticità nel campo delle costruzioni. Eppure è il volano per far ripartire l’economia e per questo dovrebbero averlo a cuore e fare squadra con gli imprenditori. Prendiamo il caso del viadotto franato a Frosinone: è possibile che da sei anni ancora non sia stato ripristinato? Il Comune è stato costretto a spendere soldi pubblici per un ponte provvisorio». Non solo. «Molte zone - continua - sono a rischio smottamento e diverse strade sono al limite della praticabilità, perché non si interviene con i lavori?». Quello di Massaro è uno sprone per cercare di rilanciare il grande tema delle opere pubbliche. Tradotto: accelerare sugli investimenti e favorire l’apertura di cantieri per manutenzioni e nuove realizzazioni. «È indispensabile istituire un tavolo tecnico provinciale permanente, politici e amministratori debbono portare nelle sedi istituzionali nazionali le nostre istanze».

LA RICETTA PER RIPARTIRE
Viabilità, scuole e risanamento del territorio. Per l’Ance sono i tre pilastri da cui ricominciare per rimettere in moto la macchina, far tornare operai e tecnici a lavorare. «La Frosinone-Latina, la Cassino-Formia, la Ferentino-Frosinone-Sora sono vie di collegamento strategiche che vanno migliorate e manutenute». Delusione poi per il tratto autostradale Roma-Latina: «È un’altra opera bloccata, ma il valore dell’appalto, quasi 3 miliardi, avrebbe potuto avere ricadute positive sul territorio per imprese e commercio». Capitolo edilizia scolastica: «Solo il 41 per cento degli edifici può essere considerato sicuro. Si spendono poi milioni di euro all’anno per l’affitto di stabili adibiti a scuole superiori: perché non programmare un piano per ridurre questo esborso economico e costruire scuole di proprietà o quantomeno scegliere strutture che siano già pubbliche?», incalza Massaro. L’Ance, nell’elenco delle possibili soluzioni, prosegue: «In Ciociaria il 33 per cento dei Comuni ricade nella fascia rossa del rischio sismico, il 97 per cento è esposto al pericolo frane e il 48 per cento a quello alluvioni». L’Ance ha anche definito «sorte infelice» quella del piano per le periferie: «Per Frosinone il progetto è stato accolto per 18 milioni, ma il governo ha congelato le risorse». In chiusura un passaggio sull’ edilizia privata: «Per rendere Frosinone appetibile è necessario un collegamento veloce con Roma in 30-40 minuti. È fondamentale», ha sottolineato Massaro, che ha concluso: «Anche una fermata Tav sarebbe auspicabile, mi risulta che ci stanno provando per la zona di Cassino-Piedimonte».
© RIPRODUZIONE RISERVATA