Centro storico, arriva il piano di recupero. Aronne: «Regole certe per l'edilizia». Ecco cosa cambia

Centro storico, arriva il piano di recupero. Aronne: «Regole certe per l'edilizia». Ecco cosa cambia
di Massimo Chiaravalli
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Giovedì 11 Gennaio 2024, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 18:48

«Per il cuore della città è uno strumento fondamentale, forse il più importante, perché serve a dare certezze a chi ci vuole investire». Piano di Recupero del centro storico, intanto c’è la delibera con cui la giunta intende affidarsi al Diap (dipartimento di architettura e progetto) de La Sapienza per l’attività tecnico-scientifica di supporto alla redazione del piano. Dopodiché, assicura l’assessore Emanuele Aronne, ci sarà la firma della convenzione e tempo un anno finalmente «avremo norme precise su come operare in centro dal punto di vista edilizio».

COS’È
Piano di recupero del centro storico: cos’è? «È previsto già dalle norme tecniche del ’69: ora - dice l’assessore - si possono fare solo manutenzioni ordinarie e straordinarie. Ma per tutto il resto serve un piano straordinario di recupero, perché manca lo strumento attuativo che permette di regolare lo sviluppo edificatorio». Attenzione però, «quando si parla di edilizia non si pensi solo alla costruzione, ma anche alle ristrutturazioni. Oggi non sono consentite».

COSA CAMBIA
In soldoni, con il piano in vigore «tutto sarà normato, dando la certezza agli operatori che vogliono investire nel centro storico di avere regole certe. Oggi di fatto sulla pianificazione siamo fermi al 1979. Questo sarà lo strumento attuativo del piano regolatore dentro le mura». Si sta mettendo in piedi la collaborazione con La Sapienza. Non il dipartimento in cui lavora il professor Maurizio Errigo, con cui c’era stata un’interlocuzione frizzante su “Viterbo accessibile”, «con la quale però - chiarisce subito Aronne - stiamo facendo un piano di abbattimento delle barriere architettoniche dei portici.

Questo a dimostrazione del fatto che se ho una dialettica con qualcun altro non è che me la segno e smetto di lavorarci. Quelle con l’Ateneo romano sono due collaborazione che ci fanno molto piacere. Per il piano si siamo però affidati al dipartimento che aveva già redatto il masterplan del centro storico, un preliminare che era uno strumento ricognitivo, quindi per noi è stato normale che fosse lo stesso a chiudere il cerchio. Poi se all’interno de La Sapienza mettaranno insieme collaborazioni interdipartimentali tanto meglio».

LA COLLABORAZIONE
La Sapienza nel concreto fornirà supporto scientifico al Comune, «che rimane attore principale nella stesura del piano. Come per il Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums) ci sarà un percorso di partecipazione e condivisione. Per quanto riguarda il Pums con gli stakeholders cittadini, perché riguarda tutti: scuole, lavoratori e commercianti. Per il piano del centro invece con i commercianti e gli ordini professionali». Riassumendo l’operazione: «Cosa cambia? Tutto, ci saranno norme precise su come operare nel cuore della città nel settore edilizio. Oggi l’unico strumento in centro è il regolamento dell’ornato, di circa 15 anni fa, che non tiene conto nemmeno degli ultimi strumenti tecnologici. Con questo si potranno fare anche ristrutturazioni, mentre ora si può procedere solo con le manutenzioni. Ora firmiamo la convenzione - conclude Aronnne - poi ci sarà un tempo di gestazione di almeno un anno, non è che si possa fare in cinque minuti».

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