Fiume Sacco, la Regione ha bandito la gara per le analisi sui terreni interdetti dal 2008

Fiume Sacco, la Regione ha bandito la gara per le analisi sui terreni interdetti dal 2008
di Pierfederico Pernarella
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Martedì 23 Novembre 2021, 23:35 - Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre, 11:25

I terreni che si trovano lungo il fiume Sacco sono o non sono inquinati? È uno degli interrogativi intorno a cui ruota l'istituzione del Sito d'interesse nazionale che si estende da Colleferro a Frosinone, ma a due anni dalla stipula dell'Accordo di programma per la bonifica (siglato nel marzo del 2019 tra Regione Lazio e Ministero dell'Ambiente), una risposta ancora non c'è.

Siamo parlando di un'area vastissima, estesa su circa 800 ettari, in cui ricadono tutti i terreni che si trovano a 100 metri a sinistra e destra lungo gli 80 chilometri del fiume Sacco. Terreni che dal 2008, con i decreti commissariali del primo Sin, sono o dovrebbero essere inutilizzabili per qualsiasi scopo: agricolo, zootecnico, movimento terra.

Le ultime analisi risalgono a quegli anni. E da allora non se ne è venuti mai più a capo.

L'appalto per i campionamenti

Gli interventi per il campionamento e l'analisi dei terreni in questione, aveva assicurato dalla Regione Lazio, sarebbero dovuti partire a gennaio dello scorso anno. Poi lo scoppio della pandemia, ma anche qualche guaio giudiziario (l'inchiesta che ha portato alla rimozione dell'ex dirigente regionale Flaminia Tosini, che era anche la responsabile delle attività di bonifica del Sin Bacino del fiume Sacco), hanno ritardato il tutto e costretto a un cambio di programma.

Inizialmente a svolgere i campionamenti e l'analisi dei terreni doveva essere una task force composta da Arpa, Istituto Superiore di Sanità, Servizio Sanitario Nazionale, Istituto Zooprofilattico Nazionale e Asl.
Ora invece, per accelerare le procedure, si è deciso di affidare le attività di campionamento e analisi ad unico operatore privato.

Il bando di gara è stato pubblicato nei giorni scorsi, per un importo a base d'asta di circa 2 milioni di euro. L'apertura delle buste con le offerte è stata fissata per il 14 dicembre. L'appalto avrà una durata di 28 mesi.
Quindi, se tutto andrà bene, s'inizierà tra gennaio e febbraio, con un anno di ritardo rispetto alla tabella di marcia. E finalmente si saprà se e quanto i terreni che confinano con il fiume Sacco siano contaminati dal beta-esaclorocicloesano, la pericolosa sostanza inquinante da cui si è scaturita l'emergenza ambientale che dal 2005 interessa la vasta area - parliamo di circa 7.200 ettari - compresa tra Colleferro e Frosinone in cui ricade il Sin Bacino del fiume Sacco.

Un Sin anomalo perché al suo interno, oltre all'area potenzialmente inquinata per la storia del beta-esaclorocicloesano (sostanza contenuta nell'insetticida prodotto dall'ex Snia di Colleferro da cui sono partiti gli sversamenti nel Sacco), comprende anche una serie di siti, tra industrie dismesse ed ex discariche: la ex Olivieri; ex Europress ex Cartiera Vita Mayer di Ceprano; l'ex discarica di via Le Lame a Frosinone; poi ci sono tre siti a Ceccano (l'ex Snia BPD Bosco Faito; l'ex Annunziata e per l'ex cava Anime Sante); l'ex Cartiera di Ferentino e i Ponti della Selva di Paliano. Per tutti gli interventi (analisi e studio epidemiologico compresi) sono stati stanziati circa 53 milioni di euro.

Poche informazioni sui procedimenti

A che punto sono le procedure? Bella domanda. Nel rapporto del Ministero della Transazione Ecologica sull'avanzamento dei Sin, aggiornato al giugno 2021 e pubblicato lo scorso ottobre, non si fa alcuna menzione di quello ciociaro. Tutto fermo. Per il resto è quasi impossibile reperire altre informazioni. L'operazione trasparenza sullo stato di avanzamento degli interventi è stata annunciata più volte, ma finora è rimasta lettera morta.

La Regione Lazio aveva aperto all'interno del proprio sito web una sezione dedicata al Sin Bacino del fiume Sacco, ma oggi la stessa, dopo l'attacco hacker dello scorso agosto, risulta irreperibile. Restano alcune notizie frastagliate, prese qui e là, secondo le quali le procedure per la caratterizzazione e la messa in sicurezza sono andate avanti per l'ex Europress di Ceprano, i Ponti della Selva di Paliano e l'ex Cartiera di Ferentino.
 

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