Covis, impressionante scia di morte: 15 decessi in 72 ore

Covis, impressionante scia di morte: 15 decessi in 72 ore
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Sabato 3 Aprile 2021, 02:45

Più che un bollettino quotidiano sull’andamento della pandemia sembra di sfogliare un bollettino di guerra. Nelle ultime 72 ore (dal 31 marzo al 2 aprile) ci sono stati 15 morti: un decesso ogni quattro ore e mezzo. Anche ieri, per il terzo giorno consecutivo, ci sono stati 5 decessi. Si tratta, in particolare, un uomo di 59 residente a Frosinone, un uomo di 91 anni residente a Veroli, un uomo di 50 anni residente ad Arnara, un uomo di 67 anni di Ferentino, una donna di 78 anni di Isola Liri. Stabile, invece, il trend dei contagi. Il rapporto tra tamponi eseguiti e positivi è al 10%. Nel dettaglio il primo aprile sono stati eseguiti 2.437 tamponi, per un totale di 149 nuovi positivi e 236 negativizzati. Sono 2.882, invece, le persone in isolamento domiciliare a fronte degli oltre 3.300 dell’inizio di marzo, ma il dato particolarmente importante è legato all’incidenza dei casi ogni 100 mila abitanti che è sceso a 250 positivi, a metà marzo erano oltre 350. 
Oggi anche in Ciociaria scatterà la zona rossa. Tre giorni, fino a pasquetta, con limitazioni e divieti. Giorni cruciali per il contenimento tant’è che l’Asl ha lanciato un appello, accorato, alla cittadinanza. «La mappa dei contagi – ha spiegato la direttrice generale dell’Asl, Pierpaola D’Alessandro - dimostra come la diffusione del virus si estende in tutta la nostra Provincia, risparmiando pochissimi paesi. Un avvertimento per tutti noi per rispettare le misure di prevenzione del coronavirus. Soprattutto in questi giorni di festività non abbandoniamoci a comportamenti poco responsabili. Non vanifichiamo gli sforzi che ci hanno portato a questo risultato», ha concluso la direttrice generale D’Alessandro. 
LA STORIA
Ma non solo esiti drammatici. C’è chi ha vinto contro la pandemia. È la storia di Ennio Mancini 68 anni di Frosinone, il quale per cinque mesi ha lottato contro il virus, è stato ricoverato in tre strutture sanitarie ciociare (dell’Ospedale di Frosinone, dell’Ospedale di Sora e del San Raffaele di Cassino). «Sono vivo grazie alla sanità pubblica», Ha raccontato Ennio. 
«Mi sono ammalato a ottobre 2020 e sono uscito dal tunnel del Covid-19 a febbraio di quest’anno.

Senza la professionalità e il supporto di medici e infermieri dell’Ospedale di Frosinone, dell’Ospedale di Sora e del San Raffaele di Cassino oggi non starei qui», ha raccontato. «Prima - ha aggiunto - avevo preconcetti contro la sanità pubblica. Tutti ne parlano male, tutti lo criticano. Quando ho visto la mia cartella clinica, mi sono reso conto che nessun privato avrebbe speso così tanto per la mia cura. Per la mia vita. Ho perso la parola per molto tempo. Parlavo con gli occhi. E un foglio dove qualcuno ha scritto l’alfabeto. Con il dito indicavo quello che sentivo. Finché a dicembre mi è tornata la parola. Il giorno più bello è stato quando ho intravisto uno spicchio di sole, dalle vetrate, mentre andavo a fare la Tac. Sognavo di tornare a vedere il sole! L’incubo è finito. Respiro, cammino e guardo il sole. Grazie a tutti gli operatori sanitari del nostro territorio. Teniamoceli stretti ché sono lo scudo per la nostra salute». 

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