Colfelice, il Comune gentile compie 100 anni. Donfrancesco è sindaco da 50

Il sindaco con la bottiglia celebrativa della Molinari
di Pierfederico Pernarella
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Giovedì 7 Dicembre 2023, 14:00 - Ultimo aggiornamento: 14:34

È l'una passata, la festa per il centenario della nascita del Comune di Colfelice è agli sgoccioli. Manca il concerto della fanfara dei carabinieri e il buffet offerto dall'azienda Molinari. La cerimonia è andata un po' per le lunghe rispetto al programma. Il sindaco Bernardo Donfrancesco, dispensando sorrisi e strette di mano a tutti, con ognuno si scusa per il ritardo. Un garbo d'altri tempi che dice tanto di questo paese incastonato sulle colline tra i fiumi Melfa e Liri. Gentile come il sindaco, oggi 84enne, che lo governa di filato da oltre mezzo secolo. Non era facile racchiudere in poche ore cento anni di vita del paese. E non traggano in inganno le sue piccole dimensioni. Colfelice conta circa 1.800 abitanti, ma da un secolo ad oggi ha attraversato tutte le grandi tappe della storia d'Italia.

LA STORIA

Nacque durante il Fascismo; fu teatro di guerra, prima con l'occupazione dei tedeschi, poi con la liberazione degli alleati; vide partire migliaia di compaesani durante l'emigrazione di massa del dopoguerra; prosperò con il boom economico e la Cassa del Mezzogiorno che permise la nascita di tante aziende e la costruzione dello stabilimento Molinari e ora deve fare i conti con il rischio spopolamento come migliaia di altri piccoli Comuni.

Già, i piccoli Comuni. Se uno avesse voluto capire quanto sia necessario salvarli, avrebbe dovuto assistere alla festa per il centenario del Comune di Colfelice. Una festa semplice e piena di calore umano, ma allo stesso tempo rigorosa, secondo i dettami della Repubblica, di cui i Comuni, sopratutto quelli più piccoli, ha detto Mattarella, rappresentano l'articolazione più capillare. Un concetto ieri ricordato più volte. Non solo a parole, a partire dalla cerimonia organizzata nei minimi dettagli.

Lo schieramento dell'80° Rav di Cassino, la marcia dei gonfaloni, le bandierine tricolori agitate dagli alunni, la deposizione delle corone di alloro al monumento dei caduti e della liberazione, poi l'alzabandiera davanti ai sindaci schierati con le fasce, le autorità militari sull'attenti mentre la fanfara dei carabinieri intona l'inno nazionale.

Oltre alle autorità, ci sono anche tanti cittadini. Alcuni hanno indossato il vestito delle grandi occasioni. Parliamo con una signora, si chiama Anna Guglielmi: «Il nostro attaccamento a Colfelice è molto forte. Ero andata via, ma sono tornata per lavoro. Sono molto legata a questo anniversario perché quest'anno anche mio padre, che non c'è più, avrebbe compiuto cento anni».
La festa si è poi spostata nella sala consiliare per la seduta straordinaria del Consiglio comunale. L'appello (10 presenti, un assente), quindi la presentazione dell'ordine del giorno con la lettura del decreto del 6 dicembre del 1923 firmato da re Vittorio Emanuele III che sanciva l'unione delle frazioni di Coldragone e Villa Felice (che ricadevano nel già esistente Comune di Rocca d'Arce) nel Comune di Colfelice. «Non fu vista come una secessione, ma come una necessità tanto che fu votata all'unanimità da Rocca d'Arce», ha ricordato il sindaco Donfrancesco. Il rapporto di antica fratellanza tra i due Comuni ieri è stato suggellato dalla presenza, accanto a Donfrancesco, della sindaca di Rocca d'Arce, Rita Colafrancesco, e dal suo intervento commosso. Donfrancesco ha ricordato le principali tappe della storia del Comune: il tributo di sangue per le guerre; la tradizione dei piattari, l'arte della terracotta che ha espresso lo scultore Eleuterio Riccardi celebrato a livello internazionale; l'apertura dello stabilimento Molinari negli anni Settanta che ha portato il nome di Colfelice in giro per il mondo.

Il sindaco ha menzionato i suoi precedessori e quando ha dovuto autocitarsi (è primo cittadino dal 1970 ad oggi, tranne il mandato 2004-2005 con Dante Marrocco) in sala è partito un caloroso applauso. «Ho avuto questo onore, l'ho fatto con dedizione, tenacia, cercando di migliorare le condizioni di vita del paese e di superare sempre le divergenze ascoltando tutti. Il nostro Comune, lo posso dire, è un'oasi felice a prescindere dal nome».

GLI INTERVENTI

Tanti gli interventi: il parroco Duon Juan Granados che ha letto una lettera del vescovo Gerardo Antonazzo; la lettera del sindaco di Coursac Pascal Protano, nipote di un emigrante di Colfelice in Francia; il sindaco Caro Esteban del Comune spagnolo gemellato, di Villafeliche; il prefetto vicario Giovanni Bombagi; gli alunni della scuola elementare; il presidente del Consiglio provinciale Gianluca Quadrini; lo storico Mollicone; Santina Pistilli, presidente del comitato promotore dei festeggiamenti del centenario. Poi lo scoprimento e la benedizione della campana realizzata dalla Pontificia fonderia Marinelli di Agnone, la più antica d'Italia. Sulla campana i nomi degli attuali consiglieri comunali, e una scritta in latino: «Sono la voce dei cittadini». Un monito per gli amministratori pubblici. E Colfelice, a cento anni dalla nascita, ne può essere un esempio da seguire.
 

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