Liceo di Ceccano da trent'anni ad Avignone (senza Comune) sui passi di Annibaldo

Sin dal 1994 più di duemila liceali, ottanta alla volta, hanno visitato la città francese con il "Palais Ceccano": l'antica residenza del cardinale Annibaldo IV, esponente dei conti medievali ceccanesi. Eppure nessun sindaco di Ceccano è mai andato con loro né ha portato avanti una richiesta di gemellaggio.

Una foto di gruppo del Liceo di Ceccano ad Avignone
di Marco Barzelli
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Giovedì 26 Ottobre 2023, 10:04 - Ultimo aggiornamento: 10:10

La città di Avignone è stata visitata e vissuta negli ultimi trent’anni da oltre duemila studenti del Liceo scientifico e linguistico di Ceccano. Sono partiti gli ultimi ottanta della serie, allievi delle classi terze. Saranno  accolti oggi, giovedì 26 ottobre, in municipio e si metteranno fino a domenica “sui passi di Annibaldo” .

È l’omonimo progetto curato dal 1994 dall’insegnante di storia Stefania Alessandrini. Si parla di Annibaldo IV, influente ma controverso esponente dei medievali Conti de’ Ceccano. Alle ricerche e rievocazioni storiche si accompagna il viaggio d'istruzione nella storica cittadina francese.

I liceali saranno ricevuti giovedì 26 ottobre dalla sindaca Cécile Helle nella "Salle des fêtes" della "mairie" di Avignone. Il primo cittadino di turno, come sempre, inviterà la comunità scolastica a farsi «portavoce dello storico legame tra le due città».

Nessun sindaco di Ceccano, però, è mai andato ad Avignone con il Liceo. Non è mai stata portata fino in fondo neppure la richiesta di gemellaggio.

Eppure c'è le "Palais Ceccano"

Eppure al centro di Avignone c'è le "Palais Ceccano", l’imponente palazzo che Annibaldo fece realizzare come residenza cardinalizia.

Oggi è sede di una prestigiosa mediateca comunale, tra i più importanti centri bibliotecari di Francia, e rientra tra i monumenti storici nazionali.

Anche il giardino e i suoi alberi secolari portano il nome della famiglia comitale, così come c’è una strada chiamata “Rue Annibal de Ceccano”. Fu arcivescovo di Napoli, vescovo di Frascati, rettore della Sorbona e corrispondente di Francesco Petrarca.

Era anche imparentato con san Tommaso d’Aquino, visto che suo cugino Annibaldo II era sposato con Francesca, nipote del “Dottore angelico”. Santa Brigida di Svezia, compatrona d’Europa, ne parlò come del “Cardinale del Giubileo”.

Peso e influenze di Annibaldo

Fu inviato da Clemente VI come legato pontificio per il secondo anno santo, il 1350, quello senza papa a Roma per via della cattività avignonese. Volle proprio lui per rappresentarlo e lui si comportò da “papa”, sia a livello decisionale che nella sfarzosità.

Annibaldo aveva un peso tale da partecipare ai conclavi che portarono all’elezione di Benedetto XII e dello stesso Clemente VI. Quest’ultimo gli affidò anche un’altra missione speciale, ovvero convincere il re inglese Edoardo III che il papa avignonese fosse arrivato «solo per intervento divino». Fu una delle missive scritte dai cardinali più potenti per frenare quella che sarebbe passata alla storia come la “Guerra dei cent’anni”.

L’altra faccia della medaglia è il lusso sfrenato in cui visse il cardinale Annibaldo, favorito da amicizie importanti. Ma, come si narra, si inimicò Cola Di Rienzo e morì avvelenato. Stava, vien da dire, come un papa.

"E che è il banchetto di Annibaldo?"

Sui suoi passi è nato anche un detto francese che fa: «E che hai cucinato il banchetto di Annibaldo?». Nel 1343, infatti, organizzò uno dei più maestosi simposi dell’epoca. Lo racconta anche Claudio Rendina nel libro “La santa casta della Chiesa”, dov’è definito “papa banchiere” alla corte di Avignone.

Furono servite ben ventisette portate servite in nove fasi a cinquanta commensali. Non mancarono, tra l’una e l’altra, neanche sorprendenti regali per gli ospiti d’eccezione. Al papa donò un cavallo bianco e due anelli, con zaffiro e topazio, nonché un nappo pregiato.

Anelli con pietre preziose anche per omaggiare sedici cardinali e venti prelati, mentre ai dodici chierici furono regalate borse e cinture. Anni addietro si svolse anche una rappresentazione del banchetto al Castello dei Conti di Ceccano.

Ancora niente gemellaggio

Ad Annibaldo, oltre che alcune sale del Castello dei Conti, è dedicato un corteo storico che si svolgeva un tempo per le vie cittadine con cinquecento figuranti e la giostra dell'anello. Quello “storico” organizzato dal Liceo, ormai rientrato nel Carnevale di Frosinone, è stato rimpiazzato in città da un’altra versione promossa dal Comune.

È da quasi trent’anni che l'istituto fabraterno porta in alto il nome di Ceccano ad Avignone, ma il Comune non c'è mai stato. È da tempo in fase di stallo, sempre per "colpa" di Annibaldo, anche l’intitolazione dell’istituto fabraterno.

Le ultime due amministrazioni comunali hanno espresso gradimento proprio per il famoso cardinale ceccanese. La scuola, invece, preferiva Maria Gaetana Agnesi: una delle più grandi matematiche di sempre. Per ora si è deciso di non decidere. E Annibaldo resta più profeta ad Avignone che in patria.

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